Fazioni palestinesi invitate a Mosca per creare una partnership
Russia e "Asse della resistenza" Scambi di armi con Teheran, sostegno a Hamas, Hezbollah, Houthi e milizie irachene
Russia e "Asse della resistenza" Scambi di armi con Teheran, sostegno a Hamas, Hezbollah, Houthi e milizie irachene
Il primo ministro dell’Autorità palestinese, Mohammad Shtayyeh, durante la conferenza sulla sicurezza di Monaco, ha annunciato che la Russia ha invitato le fazioni palestinesi a un incontro a Mosca il 26 febbraio, con l’obiettivo di creare una partnership per governare Gaza e la Cisgiordania. Il ruolo della Russia e la sua relazione con l’Iran e l’”Asse della Resistenza” sembrano diventare sempre più importanti ogni giorno.
NEGLI ULTIMI due anni, Mosca ha consolidato i suoi legami politici ed economici con la Repubblica islamica, intraprendendo relazioni più assidue con l’asse che comprende Hamas, Hezbollah, Houthi e le milizie irachene e siriane sostenute da Teheran. Il partenariato strategico è stato ritenuto essenziale da entrambi i paesi per affrontare le rispettive e distinte esigenze nazionali, in risposta agli effetti restrittivi delle sanzioni statunitensi e occidentali. Mosca ha offerto protezione diplomatica alla Repubblica islamica e ha aumentato gli investimenti nell’economia iraniana. Teheran ha incrementato le vendite di armamenti alla Russia, inclusa una vasta gamma di munizioni, sistemi Uav (Veicoli aerei senza pilota) e potenzialmente missili balistici a corto raggio iraniani (Srbm). L’accordo relativo agli Uav prevede la costruzione di una fabbrica nella provincia russa del Tatarstan per la produzione di droni iraniani, con l’obiettivo di completare 6.000 droni entro l’estate del 2025. Il Cremlino ha concordato di vendere all’Iran una serie di sistemi d’arma avanzati, tra cui il missile di difesa aerea S-400, elicotteri e caccia SU 34.
DALL’8 OTTOBRE, Mosca ha intensificato il suo sostegno diplomatico ad Hamas e agli Houthi, difendendo le loro azioni davanti alle Nazioni unite e incolpando gli Stati uniti per i loro attacchi. A dicembre, il presidente Vladimir Putin, nelle sue dichiarazioni pubbliche ha espresso il suo orrore per la «catastrofe» in atto a Gaza e ha sottolineato la necessità di un cessate il fuoco immediato e di un allentamento della crisi per consentire l’arrivo urgente di aiuti umanitari. Mosca aveva anche proposto una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu che chiedeva un cessate il fuoco immediato e permanente. Il 18 gennaio una delegazione di Hamas ha visitato Mosca per la seconda volta dall’inizio della guerra. Mentre l’Occidente impone divieti di viaggio e congelamento dei beni contro Hamas, la Russia rimane uno spazio importante in cui il gruppo può muoversi diplomaticamente e contrastare l’assedio delle sanzioni occidentali. Hamas spera che il rapporto di Mosca con Tel Aviv possa essere una risorsa utile in eventuali futuri colloqui sugli accordi nel dopoguerra. Mosca tenta di aumentare la pressione sulle potenze occidentali coinvolgendole più profondamente nella crisi di Gaza che, a sua volta, spera possa alleviare le pressioni occidentali sulla Russia nel contesto della guerra in Ucraina.
La Russia collabora poi con Hezbollah e ha coordinato le sue operazioni con il partito di Dio fin dall’inizio del suo intervento militare nella guerra civile siriana nel 2015. Nello stesso anno, Mosca ha anche instaurato contatti con le “Forze di Mobilitazione Popolare” irachene, un’organizzazione ombrello che riunisce le milizie sostenute dall’Iran. Secondo fonti di stampa iraniane, Hezbollah ha colpito la base di controllo aereo israeliana di Meron con missili guidati anticarro di fabbricazione russa a gennaio, suggerendo che Mosca potrebbe fornire armi al gruppo.
Il rapporto della Russia con gli Houthi è più complicato. Il petrolio russo attraversa il Mar Rosso per raggiungere l’India. Gli attacchi degli Houthi causano un aumento dei costi delle esportazioni, rendendoli proibitivi per Mosca. Per ora, gli attacchi hanno inflitto danni economici contenuti alla Russia. È probabile che Mosca veda positivamente il turbamento nel commercio globale. Nonostante ciò possa causare inflazione e carenze di approvvigionamento anche in Russia, Mosca auspica che tali conseguenze colpiscano principalmente le società occidentali. Pertanto, Mosca non esita ad offrire assistenza agli Houthi. In cambio, gli Houthi garantiscono un passaggio sicuro per le navi russe.
Pochi giorni fa, il vice ambasciatore russo all’Onu, Dmitry Polyansky, e l’inviato cinese Zhang Jun hanno criticato duramente gli Usa e il Regno unito per aver condotto attacchi aerei contro gli Houthi, sostenendo che il Consiglio di Sicurezza non ha mai autorizzato un’azione militare contro lo Yemen.
La Russia cerca di mantenere legami sia con Israele che con i paesi arabi del Golfo Persico, quindi non può fornire un sostegno illimitato ai gruppi legati all’Iran. Tuttavia, è molto probabile che continuerà a sostenere l’asse, promuovendo i suoi progetti anti-americani e cercando di rendere i suoi attacchi più efficaci.
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