La manifestazione di sabato pomeriggio a Milano a difesa dei figli delle coppie omogenitoriali cambia location. Doveva essere vicino alla prefettura, per protestare contro il divieto imposto al comune di registrare i nuovi nati da nuclei arcobaleno, ma si terrà in piazza della Scala, a pochi metri da Palazzo Marino, sede del comune. Lo spostamento è dovuto a ragioni di ordine pubblico: la mobilitazione cresce di ora in ora e dunque serve uno spazio più grande per contenere tutti quelli che verranno.

IL CLAIM «Giù le mani dai nostri figli e dalle nostre figlie» è stato lanciato da Arcigay, Famiglie arcobaleno, I Sentinelli, Coordinamento arcobaleno. Oltre al Pd (confermata la presenza della segretaria Elly Schlein) hanno aderito anche Sinistra italiana, +Europa e il Movimento 5 Stelle.

«CI SAREMO per dire basta a una destra reazionaria che calpesta la dignità di bambini e bambine in carne ed ossa – dice la responsabile Diritti e libertà nella segreteria nazionale di Sinistra italiana Marilena Grassadonia – Ci saremo per ribadire che i diritti o sono per chiunque o rimangono privilegi». Da Si rilanciano l’iniziativa parlamentare. «Alla Camera abbiamo depositato il testo di legge sull’uguaglianza familiare scritto dalle associazioni famiglie Arcobaleno e Rete Lenford – spiega ancora Grassadonia – È a disposizione di tutti. Prendiamolo e portiamolo avanti, insieme. I nostri figli e le nostre figlie non possono più aspettare». Simona Merisi, dalla segreteria di Si Milano cita l’Antico Testamento: «Le colpe dei padri ricadono sui figli». Allo stesso modo, la destra «per punire le famiglie Lgtq+ castiga la loro progenie, giustificando in maniera ipocrita il divieto di trascrizione dei figli delle coppie omogenitoriali con la necessità di prevenire la pratica della gestazione per altri».

DAL M5S confermano: «È importante far sentire a questo governo che la società civile è mobilitata contro l’attacco ai diritti civili di cui è responsabile Giorgia Meloni e la sua maggioranza, come dimostrano lo stop del Viminale alle trascrizioni dei figli delle coppie omogenitoriali – incredibile – al regolamento Ue sul riconoscimento del certificato di filiazione». «La destra non riesca a capire o faccia finta di non sapere è che in gioco ci sono diritti di bambini che questo governo disconosce – dicono la coordinatrice del comitato diritti civili e politiche di genere Alessandra Maiorino, e la deputata Chiara Appendino – In parlamento le proposte per sanare questi vulnus ci sono, è arrivato il momento di pretendere e ottenere delle risposte dalla maggioranza. Non è tollerabile giocare sulla pelle dei bambini per ragioni puramente ideologiche e che un paese come l’Italia venga trascinato verso una Visegrad dei diritti civili con Orban e con la Polonia».

INTANTO, l’associazione Luca Coscioni manda un messaggio agli amministratori locali. «Ricordiamo a tutti i sindaci d’Italia che la circolare emanata dal ministero dell’Interno non è un atto giuridicamente vincolante – spiegano – Li invitiamo quindi a non interrompere le trascrizioni dei certificati di nascita al fine di garantire i diritti fondamentali dei bambini nati in forza di norme di garanzia già esistenti nel nostro ordinamento e non secondo una scelta politica imposta».

DA TORINO, il sindaco Stefano Lo Russo fa sapere che il Comune parteciperà con una delegazione e annuncia di essere pronto a ospitare una mobilitazione analoga. «Stiamo lavorando con la rete delle associazioni per un’iniziativa il 12 maggio a Torino – sono le parole di Lo Russo – Ci apriremo agli amministratori locali e a tutto il mondo della società civile che condivide con noi l’idea di affrontare insieme questa battaglia». Per Lo Russo, «questo è in momento in cui società civile, sindaci, amministratori devono manifestare l’esigenza di un cambiamento forte. Credo che questa sia una battaglia culturale prima ancora che politica, non è una battaglia di una parte politica ma della società italiana».