Fair Play: dall’Assemblea Costituente all’Ambasciata dei Non Umani
Respiro Davanti all’incalzare della crisi ecologica, il progetto si interroga su una nuova coabitazione fra umani e non umani. Per farlo, dieci delegati vengono chiamati a partecipare ad un'Assemblea Costituente in rappresentanza di altrettante entità non umane
Respiro Davanti all’incalzare della crisi ecologica, il progetto si interroga su una nuova coabitazione fra umani e non umani. Per farlo, dieci delegati vengono chiamati a partecipare ad un'Assemblea Costituente in rappresentanza di altrettante entità non umane
Fair Play è un progetto open source curato da Enrico Lain e Saverio Massaro, ospitato nel 2021 all’interno del Padiglione Italia “Comunità Resilienti” alla Biennale di Architettura.
Fair Play è un Respiro di cui abbiamo bisogno. Davanti all’incalzare della crisi ecologica, il progetto si interroga su una nuova coabitazione fra umani e non umani. Per farlo, dieci delegati vengono chiamati a partecipare ad un’Assemblea Costituente in rappresentanza di altrettante entità non umane e ad interpretarli portandoli in scena, con il compito di contribuire a un dibattito planetario che ci interroga in ogni aspetto della nostra esistenza, del nostro abitare e coesistere sulla terra.
Ispirato al pensiero del sociologo e filosofo Bruno Latour, all’assemblea partecipiamo con entusiasmo anche Salvatore ed io: lui nelle vesti di Tecnologia, Linguaggio e Comunicazione, io in quelle di Arte&Scienza. L’Assemblea è una polifonia di voci che vengono da mondi differenti: Monia De Marchi, architetto e docente, interpreta Educazione e Progetto; Elena Manferdini, docente designer e artista, Teleologie e Progetto; il docente Pier Luigi Sacco Economia e sistemi di valore; la sociologa Marianella Sclavi Complessità e Possibilità; Fabio Viola, docente, autore e videomame designer, Artificio, Materia e Oggetti; Alessandra Viola, autrice e giornalista, Natura ed Ecosistemi; Andrea Bartoli e Florinda Saieva, promotori del progetto Farm Cultural Park che ha trasformato Favara in un gioiello di rigenerazione urbana, raccontano infine le istanze di Comunità.
Sono tempi di Covid-19 e l’Assemblea Costituente si svolge online dalle diverse parti del mondo in cui i delegati sono collocati, con la partecipazione di Alessandro Melis (curatore del Padiglione Italia) e del Teatro LiNUTILE che si esibisce in due monologhi, aggiungendosi al gruppo di delegati con: Il Capitalismo (Matteo Lo Schiavo) e Il Moderno (Giovanni Stimamiglio). Enrico e Saverio, alla regia, introducono e coordinano gli interventi: l’evento dura per oltre tre ore dando origine ad un dialogo performativo integralmente disponibile online:
Fair Play nel corso dei mesi va avanti grazie all’energia di Enrico e Saverio. Dall’assemblea nascono nel 2022 due video-installazioni ospitate da Radical She, la quadriennale d’arte promossa da Farm Cultural Park. Fino ad oggi quando, da quel nucleo di pensiero, nasce l’idea di un’Ambasciata dei Non Umani che proprio a Favara intende insediarsi per continuare ad ospitare il dialogo.
Il primo atto è uno spettacolo teatrale dal titolo omonimo, scritto da Enrico e Saverio e interpretato dai giovani attori del Teatro LiNUTILE. Lo spettacolo andrà in scena il 18 agosto a Palazzo Micciché, trasformato da Andrea Bartoli e Florinda Saieva in Human Forest: un originale progetto di rigenerazione in cui la location ottocentesca in disuso riprende vita proprio grazie alle piante.
Partecipo anche io allo spettacolo con un’azione performativa in veste di special guest, con una particolare richiesta di asilo politico che per ora non svelo. Posso dire due cose. Che contribuire all’Ambasciata dei Non Umani e allo spettacolo è anche la mia prima performance artistica da quando Salvatore non c’è più. La seconda è un tempo rituale, perchè lo spettacolo scandisce involontariamente un anniversario: Salvatore moriva 18 luglio 2022 nel mio sud, a Reggio Calabria, con lo sguardo dentro il mare dello Stretto. Un anno ed un mese esatti sono passati, cosa che scopro e accarezzo mentre scrivo pensando a lui, alla dedica che gli faremo, a ciò che stiamo progettando con Enrico, Saverio e la Farm. A quanto sia presente per tutti noi, nella carne della cultura, dell’arte…
Lo prendo come un regalo, un segnale di una vita possibile (personale e collettiva) che continua e che inizio a raccontare proprio in questa rubrica, dopo un grande silenzio. Un segnale che scrive nuove trame, connessioni e risonanze: con altri cervelli, persone, luoghi in cui trovo e ricompongo orizzonti di significato, ricerca e azione.
Ciò che accadrà a Palazzo Micciché lo racconterò nei prossimi giorni con un reportage direttamente dalla Sicilia e dal primo insediamento dell’Ambasciata. In un certo senso, questo primo gesto performativo è un tornare alle mie origini. Fino al 2006 mi occupavo di diritti digitali al Senato con il gruppo innovazione dei Verdi, quando il mio bisogno di fare politica, incontrando Salvatore, è diventato arte. Da cyber-ecologista quale sono, l’idea dell’Ambasciata ha sollecitato al massimo la mia immaginazione, trovando in Enrico, Saverio, Andrea e Florinda una sensibilità e un’accoglienza straordinaria: per il ricordo vivo di Salvatore, per me per il contributo che pensavano potessi dare al progetto. Ed eccomi qui, a scrivere e a decidere di esserci in un momento ancora difficile, grazie a quella dolce fermezza che ha vinto su indecisioni, paure, dolore.
Intanto l’Ambasciata dei Non Umani restituisce a me e a tutti noi qualcosa di incredibilmente prezioso: i testi dell’Assemblea Costituente di Fair Play sono stati trascritti con cura e recapitati come un messaggio nella bottiglia, e con essi i contributi di Salvatore vibrano e bruciano, attuali e capaci di di ispirarci come sempre.
Vi lascio con le parole del nostro amico, compagno di vita, artista, pensatore visionario e agitatore culturale che tanto a dato al mondo proprio nell’ottica di quel Nuovo Abitare che ha occupato i nostri ultimi tre anni insieme, per superare il realismo dell’estrazione in cui umani, non umani dati e intelligenze artificiali vivono.
Salvatore non si è mai arreso, fino all’ultimo respiro, pensava e lottava con tutte le sue forze perchè “per fortuna esistono modi di agire per un fare differente”:
PARTE 1: “Buongiorno io sono Tecnologia”:
“[…] L’essere umano mi inventa e io invento l’essere umano. Io, tecnologia, sono un fatto esistenziale. C’è questo errore ricorrente che prevede che io, tecnologia, sia fatta per essere usata. Nulla di più sbagliato. Io sono fatta per il sentire. Io sono un discorso e quindi un rapporto, una relazione, e in quanto tale sono un gioco di potere. […] Pensateci”
PARTE 2: L’arringa di Tecnologia
“[…] Prima esisteva lo sfruttamento del terreno, della vegetazione, e via discorrendo. Ora c’è lo sfruttamento della psicologia, da cui si estrae valore. Quindi ciò che stiamo facendo è abbandonare strumenti e metodologie estrattive per adottarne altre. Per fortuna esistono tanti modi di agire per un fare differente. […]
Il suo contributo all’Assemblea Costituente è disponibile in versione integrale e commentabile a questo link: ci troverete già i miei primi commenti, un editing aperto sulla carne viva di un discorso a cui ogni lettore è invitato a partecipare.
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