Il silenzio tombale del governo Meloni alla lettera certificata che preannuncia il nuovo licenziamento degli operai ex Gkn, al termine di una cassa integrazione che scade il 31 dicembre, provoca una levata di scudi da parte degli enti locali, del sindacato e naturalmente delle tute blu. “Abbiamo chiesto da giorni al governo la convocazione del tavolo nazionale – spiega il presidente toscano Eugenio Giani – la Regione ha lavorato e continuerà insieme ai lavoratori e ai sindacati per restituire allo stabilimento ex Gkn una nuova prospettiva industriale. Ma è il momento che il ministero faccia la sua parte”.

Nella lettera indirizzata al Mimit, Valerio Fabiani, consigliere per lavoro e crisi aziendali di Giani, ha anche ricordato che la reindustrializzazione della fabbrica di semiassi per auto chiusa a tradimento da Gkn-Melrose potrebbe essere affrontata con l’impiego di strumenti di cui l’esecutivo dispone, a sostegno di piani d’impresa sui quali, pochi giorni fa, è stato firmato un protocollo da 6 milioni di euro con alcuni fondi interessati al progetto operaio di reindustrializzazione dal basso: “E’ l’ora che il governo intervenga – annota Fabiani – il tavolo nazionale non viene riunito dallo scorso marzo, questa è una vertenza nazionale che non può essere scaricata sul territorio”.

Il deputato Pd e segretario regionale del partito Emiliano Fossi ha presentato una nuova interrogazione: “La lettera che preannuncia il licenziamento da parte di Qf Spa – tira le somme Fossi – certifica un vergognoso bluff ormai chiaro a tutti. I lavoratori sono stati gli unici che hanno provato a rilanciare il sito produttivo di Campi Bisenzio, attirando risorse di investitori esterni, nel completo disinteresse della proprietà (Francesco Borgomeo, ndr) e del ministero, che ormai da mesi non convoca il tavolo nonostante le rassicurazioni ufficiali fatte alla Camera pochi mesi fa. Chiediamo al governo serietà e coerenza, la cooperativa dei lavoratori è oggi l’unica possibilità reale di garantire la continuità occupazione e produttiva, e deve essere supportata in questo percorso”.

Anche il sindaco campigiano Andrea Tagliaferri ha scritto al ministro Urso e alla sottosegretaria Bergamotto, chiedendo la riconvocazione con urgenza del tavolo di crisi. “Questo territorio – spiega – non può permettersi né un epilogo così negativo, né il rischio di una speculazione immobiliare”. Mentre le tute blu avvertono: “Valuteremo in assemblea le prossime mosse. Noi abbiamo il piano industriale e tutti gli strumenti per portarlo avanti, mentre chi è arrivato nel dicembre 2021 dicendo di avere già progetti e investitori, oggi svela la sua vera natura, quella di una proprietà che vuole smantellare lo stabilimento, aprendo la strada ad una possibile, successiva speculazione”. Sabato e domenica è fin d’ora fissata una due giorni sulla reindustrializzazione del grande stabilimento, tecnologicamente avanzato, chiuso dalla sera alla mattina delocalizzando le produzioni.