Lavoro

Ex Gkn, quinto giorno sulla torre: “Diritti negati da Borgomeo e istituzioni”

Ex Gkn, quinto giorno sulla torre: “Diritti negati da Borgomeo e istituzioni”Un operaio ex Gkn sulla torre di San Niccolò

Delocalizzazioni La protesta andrà avanti fin quando non arriveranno risposte concrete dal proprietario di Qf e dall'Inps: "Ad oggi ai lavoratori non è arrivato un euro". Primi passi in Regione Toscana per la reindustrializzazione. Nel fine settimana a Campi Bisenzio assemblee e concerti, a due anni dalla chiusura a tradimento della fabbrica.

Pubblicato più di un anno faEdizione del 6 luglio 2023

Al quinto giorno passato in cima alla torre di San Niccolò, a 45 metri di altezza, gli operai ex Gkn fanno sapere che questa forma di protesta andrà avanti, fin quando non arriveranno risposte concrete dall’attuale proprietario di Qf, Francesco Borgomeo, e dalle istituzioni. A partire dal pagamento della cassa integrazione in deroga accordata dal ministero e dall’Inps, ma mai erogata. “Ad oggi sui conti correnti dei lavoratori non è arrivato un euro – avverte Matteo Moretti, decano dei delegati sindacali e portavoce del Collettivo di Fabbrica – e qui non si sta parlando solo di cig ma anche di altri diritti che Qf sta ignorando”.
Di qui la richiesta indirizzata a Palazzo Vecchio e al finora silenzioso sindaco Nardella: “Convochi un tavolo con Inps, Ispettorato del Lavoro, Inail e gli altri soggetti che hanno titolo per intervenire, e faccia pressione su Qf per riportarla al rispetto delle regole”. Perché intanto sono gli operai a rischiare le denunce. Mentre non c’è alcuna indagine sui tanti lati oscuri dell’affare Qf: “Sugli interessi che sostiene, e sugli obiettivi che ha voluto perseguire”.
L’ultima volta che furono assicurati i versamenti, ricorda Moretti, fu dopo un presidio all’Inps il 19 giugno. Ma alle parole non sono seguiti i fatti. Almeno fino al blitz sulla torre, cui sono seguite ulteriori rassicurazioni: “Questo dimostra che i diritti già conquistati vengono rispettati solo davanti ad azioni di lotta determinate”. Poi, visto che l’attenzione di stampa, radio e tv è solo sulla cig, il portavoce del Collettivo di Fabbrica, in una conferenza stampa in piazza Poggi sotto la torre, puntualizza un altro dato di fatto: “Pare che nessuno si stia accorgendo che Qf non consegna le buste paga e non sta pagando gli stipendi e i contributi per le ore che sono state lavorate, in accordo con la stessa azienda, per la manutenzione e la messa in sicurezza dello stabilimento. Così siamo al paradosso che chi ha lavorato di più, quando riceverà solo la cassa integrazione, avrà preso meno soldi”.
Le conclusioni dei circa 200 operai superstiti di quella che era una fabbrica modello nella produzione di semiassi, sono chiare: “Questa azienda sta giocando con i nervi e sequestrando il contratto nazionale. Vogliamo finalmente indignarci per un abuso così palese, o lasciamo ancora una volta che gli unici a metterci faccia e corpo siano gli operai del Collettivo di Fabbrica? Noi abbiamo avuto sentore fin dall’inizio di avere a che fare con incompetenza, o peggio malafede. E certo, se si fosse stati ai fatti, forse non ci si sarebbe persi dietro alle fantasie di Borgomeo”.
Non sembrano passati due lunghi anni dalla chiusura a tradimento della Gkn, a giudicare dall’energia con cui le tute blu vanno avanti nella loro mobilitazione. Salendo in cima alla torre e presidiando giorno e notte piazza Poggi. Continuando ad occuparsi della fabbrica che tengono pulita e in sicurezza. Facendosi vedere nelle piazze e nei mercati fiorentini a distribuire volantini. Non mancando mai agli inviti nei teatri e nei circoli Arci per le iniziative loro dedicate. Anche presentandosi davanti ai cancelli di Mondo Convenienza, e perfino accorrendo in Romagna per spalare fango e offrire le loro braccia alla popolazione disperata di Conselice.
E’ un’energia che li porta anche sotto Palazzo Vecchio con lo striscione ”Sbloccate gli stipendi o blocchiamo la città”. In parallelo si attende l’incontro fra 24 ore in Regione Toscana, dove sarà presentato il primo risultato dello “scouting” avviato per la reindustrializzazione dello stabilimento. Ci sarà un imprenditore che sarebbe pronto a rilevare il sito di via Fratelli Cervi per farne un “parco industriale”.
“Noi chiediamo che si riunisca un tavolo con tutti i soggetti coinvolti – rilancia Moretti – dalle agenzie del governo come Cooperazione Finanza Impresa, ai soggetti del settore cooperativo come CoopFond, assieme ad altri interessati a investire”. Compresa naturalmente la coop operaia cui da mesi il Collettivo di Fabbrica sta lavorando, per dar corpo al suo progetto di reindustrializzazione “socialmente e ambientalmente integrato”, basato sulla produzione di pannelli fotovoltaici di ultima generazione, batterie e mezzi elettrici per la mobilità sostenibile. “Finora abbiamo fatto quasi tutto noi – chiude il delegato sindacale – ed eccetto l’interessamento della Regione con Valerio Fabiani, che ringraziamo, nella totale assenza del governo”.
Infine, nel secondo anniversario di una lotta operaia che ha già fatto storia, nel fine settimana al presidio ex Gkn di Campi Bisenzio c’è una due giorni – per info, iscrizioni e disponibilità www.insorgiamo.org – che inizia sabato mattina con un’assemblea su lotte sindacali e climatiche, insieme ad attivisti per il clima che arrivano da tutta Italia e una delegazione da Germania e Svizzera. Poi alle 20.30 il concerto gratuito con Assalti Frontali, Punkreas, Romanticismo Periferico, Willie Peyote e Mauràs. Mentre domenica mattina arriverà la carovana del mutualismo, con un pranzo sociale che chiuderà la festa di lotta.

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