Internazionale

Espulsione di massa di diplomatici russi. Lavrov: «Atto ostile»

Espulsione di massa di diplomatici russi. Lavrov: «Atto ostile»Sergei Lavrov – Lapresse

Caso Skripal L’Italia (quale governo?) ne caccia due. Salvini: «Così si aggrava il problema»

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 27 marzo 2018

INel giorno in cui la Russia piange i bambini periti nel rogo di Kemerovo, giungono a Mosca altre pessime notizie, questa volta di carattere politico-diplomatico. In perfetta sincronia con la decisione di Trump di espellere 60 diplomatici russi altri 18 paesi hanno deciso di dichiarare «persona non grata» oltre 100 plenipotenziari del Cremlino.

LA PIÙ GRANDE ESPULSIONE collettiva di diplomatici russi mai promossa, è stata salutata da Theresa May come «un grande segno di solidarietà verso il nostro paese». Boris Johnson, il capo del Foreign Office, ha dichiarato che «la straordinaria risposta internazionale da parte dei nostri alleati resterà nella storia e aiuterà a difendere la nostra sicurezza collettiva. La Russia non può violare le leggi internazionali impunemente». Le misure più dure sono state assunte da Polonia e dai tre stati del Baltico che hanno fatto fare le valigie persino agli ambasciatori.

Una scelta oltranzista già annunciata nelle scorse ore ma da cui si è smarcata la Francia. Macron, pur confermando la volontà di accrescere le sanzioni «per il voto illegittimo dei cittadini della Crimea nelle presidenziali russe» del 18 marzo scorso, è ripiegato sulla linea d’unità d’intenti assunta con Merkel alla fine della scorsa settimana: quattro funzionari espulsi proprio come la Germania. Alla fine sono stati 14 i paesi aderire tra cui Olanda, Danimarca, Finlandia, Romania, Svezia e Croazia. A cui si sarebbe aggiunta all’ultimo minuto la Spagna. Espulsioni anche da Albania, dal superatlantista Canada e naturalmente dall’Ucraina che ha rimandato a Mosca 13 diplomatici.

ANCHE L’ITALIA rimanderà in Russia due diplomatici malgrado nei giorni scorsi la Farnesina e Palazzo Chigi avessero mostrato un certo mal di pancia a seguire l’asse franco-tedesco, visto che l’Italia finora dalla guerra fredda non ha avuto che perdite di rapporti commerciali e di posti di lavoro.
Una decisione sorprendente visto anche che ormai il governo Gentiloni si è dimesso e non si può dire che una scelta di questo genere sia «un affare corrente». Più che il tentativo in extremis di mantenere l’unità dell’Ue sembra l’ultimo sgarbo, prima di uscire di scena, a Di Maio e Salvini, i quali non hanno mai nascosto di voler avere un approccio dialogante con Mosca. Il leader del Carroccio, sentendosi forse primo ministro in pectore ha dichiarato via Facebook che «isolare e boicottare la Russia, rinnovare le sanzioni economiche ed espellere i diplomatici non risolve i problemi, anzi li aggrava».

L’APPELLO BRITANNICO è stato lasciato cadere solo dai governi di sinistra portoghese e greco, da Cipro, Slovenia e Slovacchia. La reazione di Mosca non si è fatta attendere. Nei prossimi giorni verranno sicuramente assunte delle misure perlomeno «simmetriche». Il ministero degli esteri russi ha diramato un comunicato in cui si afferma che «la Russia esprime la sua forte protesta rispetto alla decisione presa da alcuni Stati membri dell’Ue e della Nato di espellere dei diplomatici russi». L’ufficio di Lavrov considera la decisione di questi paesi «un gesto ostile», «provocatorio» oltre che una «ipocrisia».

INTERROGATO SULLA QUESTIONE anche il portavoce di Putin Dmitry Peskov ha sostenuto che «il presidente si sente assolutamente sereno sull’affare Skripal. In questo momento egli è concentrato sugli affari interni come la crescita dell’economia e il miglioramento della condizione dei cittadini russi». Londra, comunque, ha voluto mandare un altro messaggio a Mosca. Il vice ministro della difesa britannico Gavin Williamson a margine di un incontro in Estonia ha dichiarato che «il governo sta già operando per bloccare proprietà russe sul nostro territorio, la cui provenienza è poco chiara».

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