La denuncia che deve far riflettere arriva da Dani Alves, 15 anni nel calcio europeo tra Spagna, Italia. Otto anni fa, in un Villarreal-Barcellona, si vide lanciare una banana, poi sbucciata e mangiata davanti ai tifosi. In Europa, in tutti i paesi europei dove è capitato di giocare al terzino brasiliano, c’è razzismo. Un razzismo diffuso, capillare. È quindi logico che sarebbe spuntato qualche intollerante a giudicare il balletto successivo a una rete del talento brasiliano Vinicius jr, stella del Real Madrid.
Da «schiavo» a «scimmia», anche nel recente derby di Madrid il calciatore è stato preso di mira, dileggiato, offeso. Tutto è partito dal commento razzista di un procuratore in una trasmissione sportiva su Chiringuito Tv, secondo cui Vinicius avrebbe dovuto smetterla di «fare la scimmia».

SU TWITTER poi lo sventurato agente ha provato a giustificarsi, a metterci una pezza, sul campo ci sono stati colleghi della punta brasiliana e allenatori che pure hanno manifestato l’allergia ai suoi balli, così si è aperta una discussione ancora in corso. Da Pelè – sempre via Twitter – che ha ricordato che il ballo, come il calcio, è allegria,«una danza, un’autentica festa. Anche se esiste ancora il razzismo non permetteremo che ci impedisca di continuare a sorridere. E noi continueremo a combattere il razzismo in questo modo: lottando per il nostro diritto di essere felici». Eppoi Neymar, l’asso del Psg che pure è stato travolto dalle critiche in passato per le sue esultanze dopo una rete, sino a Ronaldo Il Fenomeno, c’è stata una specie di sommossa web a sostegno di Vinicius, del suo legittimo diritto di ballare dopo un gol, un assist, quello che gli pare.

«Finché il colore della pelle sarà più importante del bagliore negli occhi, allora ci sarà la guerra».

NEL FRATTEMPO, la questione in Spagna sta diventando oggetto di un intenso dibattito pubblico. E presto potrebbe diventare argomento di discussione politica in Parlamento, proprio perché l’atto di accusa di Dani Alves non è affatto campato in aria, il razzismo nel calcio europeo è questione seria, che non tende a svanire e anzi. Gli episodi si intensificano, anche in serie minori. In Spagna per esempio gli episodi di intolleranza stanno diventando una consuetudine al punto di imbarazzare la federazione iberica nel suo rapporto con l’Uefa. Vinicius, che assieme a Benzema sta trascinando il Real Madrid che sinora ha vinto tutte le partite tra campionato e Champions League, ha pubblicato un video sui suoi account social per difendere la sua esultanza e non solo: «Finché il colore della pelle sarà più importante del bagliore negli occhi, allora ci sarà la guerra. Ho questa frase tatuata sul corpo e, nella mia vita, ho un comportamento che mette in pratica tale filosofia. Dicono che la felicità infastidisca. La felicità di un nero brasiliano, vittorioso in Europa, infastidisce molto di più. Ma la mia voglia di vincere, il mio sorriso, lo scintillio nei miei occhi, sono molto più grandi di tutto questo».
La sua denuncia ricalca quanto detto da Dani Alves, nel calcio europeo c’è razzismo, anche in quello italiano il germe del razzismo non è stato vinto. Anzi, c’è ancora tanta strada da fare.