Uno studio pubblicato lo scorso anno (Neurology, May 30, 2023) conferma l’associazione tra alimentazione equilibrata e salute cerebrale degli anziani. Sono state esaminate le conseguenze protettive a livello cerebrale di due diete molto simili: la ben conosciuta dieta mediterranea e la assai simile dieta Mind. Inizialmente formulata, quest’ultima, come approccio dietetico contro l’ipertensione si è successivamente ibridata con la dieta mediterranea. Mantenendo una accentuata attenzione al consumo bisettimanale di mirtilli e di altri frutti di bosco, ricchissimi di sostanza protettive per le funzioni cerebrali. Ambedue le diete sono basate principalmente sul consumo regolare di cereali integrali in tutti i pasti, di legumi, di frutta e verdura e di semi oleosi, mentre latticini, pesce e carne hanno un ruolo secondario.

L’adozione di queste diete, verificata in diverse centinaia di anziani (581), è associata a un declino cognitivo più lento, con minori disabilità funzionali, e a un ridotto rischio di demenza. Dopo la morte, nel cervello di chi seguiva più regolarmente la dieta mediterranea e quella Mind si è ritrovata una quantità di proteina beta-amiloide (proteina associata alla demenza e alla malattia di Alzheimer) pari a quella di soggetti di circa 12-18 anni più giovani. In particolare, il consumo di sette o più porzioni settimanali di verdura a foglia era associato a una riduzione di beta-amiloide corrispondente a circa 19 anni di minore età. Grandi insalatone a pranzo e a cena e spuntini con abbondanti macedonie ogni giorno? Sì, ma anche no.

Occorre infatti calare questi suggerimenti che derivano dalla scienza nella realtà concreta di ogni persona. Che, specialmente se anziana, può avere una funzionalità intestinale non ottimale e che rischia di essere travolta da grandi quantità di vegetali. Oppure presentare problemi metabolici che, come nel caso di una iperglicemia, suggeriscono prudenza con certi tipi di frutta. Bisogna diffidare della passione smodata per le virtù di un singolo alimento (la frutta, le carote, i cavoli, l’insalata, ecc.) o, peggio, di un singolo nutriente (la vitamina C, i grassi omega 3, il magnesio, ecc.). Rigidità mentali che si traducono spesso in una dieta monotona e sbilanciata. Porzioni non troppo abbondanti di vegetali di stagione possono, tra l’altro, essere ben masticate e quindi anche meglio digerite. Est modus in rebus ci ricordano gli antichi.