Esercitazioni militari e poligoni in Sardegna, l’«avanti tutta» di Crosetto
Economia di guerra Il ministro in parlamento esclude de-escalation: «Territorio chiave per la difesa». Silenzio sul disastro ambientale causato dalle ultime operazioni della Nato, che poi era il tema dell'interrogazione presentata da Francesca Ghirra (Alleanza Verdi-Sinistra)
Economia di guerra Il ministro in parlamento esclude de-escalation: «Territorio chiave per la difesa». Silenzio sul disastro ambientale causato dalle ultime operazioni della Nato, che poi era il tema dell'interrogazione presentata da Francesca Ghirra (Alleanza Verdi-Sinistra)
Chiudere le basi militari in Sardegna? Non se ne parla nemmeno. E neppure ridurre l’utilizzo dei poligoni è possibile. A dirlo è stato il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto rispondendo l’altro ieri, nel question time, alla deputata di Alleanza Verdi-Sinistra Francesca Ghirra che chiedeva conto delle devastazioni causate a un territorio vastissimo – dal Nuorese alle coste sud occidentali dell’isola – dalle esercitazioni militari della Nato tenutesi in Sardegna ad aprile e a maggio.
«CON LA SINCERITÀ DOVUTA al Parlamento – ha detto Crosetto – devo far presente che l’attività addestrativa delle forze armate nei poligoni di Quirra e di Teulada e nella base di Decimomannu non può essere ridotta. La Sardegna è un territorio chiave per la Difesa». Le esercitazioni, quindi, continueranno al ritmo di sempre, con effetti negativi pesantissimi sull’economia delle zone coinvolte, sulla salute e sull’ambiente.
Alle proteste delle comunità locali di cui Ghirra s’è fatta portavoce Crosetto ha replicato che «negli ultimi anni sono state accolte molte istanze dei territori, per esempio con la sospensione delle esercitazioni dal 1° al 30 settembre e durante le festività pasquali e natalizie, ma anche con l’apertura estiva al pubblico delle spiagge situate in prossimità dei poligoni e con la cessione al comune di Teulada della spiaggia di Porto Tramatzu». Il ministro ha ricordato anche gli indennizzi in denaro ai pescatori e ai pastori che lavorano nelle zone interessate dalle esercitazioni e il contributo finanziario versato annualmente come risarcimento al comune di Teulada.
SILENZIO TOTALE sull’inquinamento causato dai giochi di guerra, nonostante il recente rinvio a giudizio per disastro ambientale colposo (il dibattimento si aprirà il 5 gennaio 2024 davanti al secondo collegio penale del tribunale di Cagliari) di cinque ex comandanti del poligono di Teulada, tra i quali il generale Claudio Graziano, che è stato anche capo di stato maggiore della Difesa e che oggi presiede il consiglio di amministrazione di Fincantieri, azienda leader in Italia nel settore della cantieristica che fabbrica anche navi da guerra ed è controllata dalla Cassa depositi e prestiti.
«Non sono affatto soddisfatta della risposta – ha commentato Ghirra -. Crosetto ha ricordato gli investimenti della Difesa che hanno consentito l’apertura, pochi mesi fa, di una scuola internazionale per piloti di caccia militari a Decimomannu, base dell’Aeronautica, presentandoli come un contributo allo sviluppo economico dei territori compresi nei confini delle basi. Ma la nostra visione di sviluppo non è legata all’economia di guerra. Gli indennizzi ai pastori e ai pescatori, poi, sono del tutto insufficienti rispetto ai danni economici causati dalle attività militari. La verità è che la risposta del ministro Crosetto dimostra che nell’attuale governo non c’è una consapevolezza reale dei problemi gravissimi che la presenza dei poligoni crea nei territori. Il peso delle servitù militari grava sulla Sardegna da decenni. Bisogna voltare pagina».
Ghirra ha anche richiamato la questione ambientale: «In Sardegna vaste aree sono inquinate. Alcune zone, come la Penisola Delta a Teulada, lo sono in maniera irreversibile, come dimostrano le carte dell’inchiesta giudiziaria al termine della quale la procura della Repubblica di Cagliari ha rinviato a giudizio i cinque ex comandanti di quel poligono per disastro ambientale colposo. Anche la Corte dei conti ha recentemente invitato il governo a intervenire per riqualificare, con l’apertura di cantieri di bonifica, i luoghi compromessi dalle esercitazioni. Ma per Crosetto il problema non esiste».
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