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Ergastolo al killer di Buffalo, motivato dall’odio razziale

Ergastolo al killer di Buffalo, motivato dall’odio razzialeI poliziotti trattengono un uomo che all'udienza per la condanna di Gendron si è scagliato contro di lui – Ap

Stati uniti Il suprematista bianco 19enne chiede perdono. Il giudice: «Non vedrai mai più la luce del giorno da uomo libero»

Pubblicato più di un anno faEdizione del 16 febbraio 2023

Payton Gendron, il 19enne suprematista bianco che il 14 maggio 2022 ha ucciso 10 persone di colore aprendo il fuoco in un supermercato di Buffalo, nello stato di New York, è stato condannato all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionata.

Alla lettura del verdetto Gendron ha pianto e ha detto di essersi pentito delle sue azioni, durante un’udienza a forte impatto emotivo durante la quale ha dovuto affrontare la rabbia delle famiglie delle vittime. All”udienza sono stati ascoltati i familiari delle vittime, che hanno raccontato fra le lacrime di come quella sparatoria abbia cambiato le loro vite, in un crescendo emotivo culminato a metà udienza, quando un uomo si è alzato e si è scagliato verso l’imputato, e ha dovuto essere bloccato dalla polizia presente in tribunale
«Ho fatto una cosa terribile quel giorno – a detto Gendron – Ho sparato e ucciso delle persone perché erano nere. Ripensandoci ora, non riesco a credere di averlo fatto davvero. Ho creduto a ciò che ho letto online e ho agito per odio. So che non posso tornare indietro, ma vorrei poterlo fare e non voglio che nessuno sia ispirato da me e da quello che ho fatto».
A novembre Gendron si era dichiarato colpevole di un atto di terrorismo interno motivato dall’odio, e gli erano stati dati dieci capi di imputazione per omicidio di primo grado, 3 per tentato omicidio e 1 per possesso di armi per la sparatoria di massa.
Alla fine, il giudice lo ha condannato all’ergastolo per ciascuna delle accuse di terrorismo e omicidio. «Non c’è posto per te o per le tue ideologie ignoranti, odiose e malvagie in una società civile – ha detto  rivolgendosi direttamente all’imputato – Non ci può essere pietà per te, nessuna comprensione, nessuna seconda possibilità. Il danno che hai causato è troppo grande e le persone che hai ferito sono troppo preziose per questa comunità. Non vedrai mai più la luce del giorno da uomo libero».
La sentenza è arrivata un giorno dopo l’ennesimo mass shooting, che a sua volta è avvenuto a 5 anni dal mass shooting del liceo di Parkland in Florida dove erano stati uccisi 17 studenti.
La nuova sparatoria è avvenuta alla Michigan State University, Msu: si è trattato ancora una volta dell’azione di una persona con problemi di salute mentale, già arrestata in precedenza perché aveva con sé un’arma da fuoco carica e senza il relativo permesso, e che era già stata accusata più volte di crimini legati alle armi.
L’uomo ha cominciato a sparare a caso nel campus uccidendo 3 studenti e ferendone altri 5, che ora si trovano in condizioni critiche.  La polizia ha identificato tre delle vittime e il sospetto killer, il 43enne afroamericano Anthony McRae,  trovato morto fuori dal campus per un’apparente ferita da arma da fuoco autoinflitta.
I funzionari del dipartimento di polizia di Ewing, in New Jersey, hanno dichiarato di aver saputo dalla polizia del Michigan che nella tasca di McRae è stato trovato un biglietto con delle minacce credibili rivolte a due scuole pubbliche della loro cittadina, dove McRae aveva vissuto anni fa.
Quella in Michigan è la seconda sparatoria in una scuola dall’inizio dell’anno.

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