Con l’intento di migliorare i rapporti con Israele, la Turchia ha espulso negli ultimi mesi dozzine di membri del movimento islamico Hamas sulla base di un elenco di persone presentato da Tel Aviv. A rivelarlo ieri è stato il quotidiano saudita Al Sharq al Awsat. Fonti ben informate di Gaza hanno confermato la notizia al manifesto. Il mese scorso si era saputo dell’arresto a Istanbul di un palestinese, Omar Odeh, avvenuto pochi giorni dopo la visita del presidente israeliano Isaac Herzog in Turchia. Quindi, aggiunge il giornale saudita, arresti e deportazioni si sono moltiplicati e non è stato permesso di rientrare a diversi militanti di Hamas che per anni ha goduto della protezione del presidente turco Erdogan.

La Turchia avrebbe spiegato alla leadership di Hamas che sono in gioco importanti interessi economici nel rapporto riallacciato con Israele. Ha aggiunto che non tollererà la pianificazione nel suo territorio di operazioni armate contro Israele. Per questa ragione, Saleh Aruri, considerato il capo militare in esilio del movimento islamico, ha lasciato Ankara. Dopo aver riallacciato i rapporti, molto tesi per anni, con Israele, Erdogan ieri si è recato in Arabia saudita per una storica visita ufficiale di due giorni su invito della monarchia Saud, sua accesa avversaria fino a qualche mese fa. Nel 2018 le relazioni tra i due paesi avevano raggiunto il punto più basso dopo il brutale assassinio nel Consolato di Riyadh a Istanbul, del giornalista dissidente saudita Jamal Khashoggi. Il caso, qualche settimana fa, è stato ceduto dalla giustizia turca alla procura saudita. Una decisione che la compagna, gli amici e i sostenitori del giornalista ucciso hanno descritto come la porta verso l’insabbiamento delle indagini.