Economia

Emissioni Fca, Bruxelles apre procedura di infrazione

Emissioni Fca, Bruxelles apre procedura di infrazioneSergio Marchionne, ceo di Fca

Sotto la lente la 500X Il software di controllo sui gas inquinanti falsa i dati? Il caso avviato da una denuncia tedesca. La responsabilità è dello Stato che effettua le omologazioni: il ministro Delrio ha tentato, senza successo, di ottenere un rinvio

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 18 maggio 2017

La Commissione Ue ha aperto una procedura di infrazione contro l’Italia per violazione delle norme Ue sull’omologazione degli autoveicoli, in particolare per quanto riguarda le emissioni inquinanti: sotto la lente di Bruxelles è finita la Fca, e più precisamente uno dei suoi modelli, la 500X. Il controllo dei gas di scarico è in capo al singolo Stato dove vengono prodotte le automobili, che deve garantire il corretto calcolo delle emissioni prima che le auto vengano immesse nel mercato comunitario.

Il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio aveva cercato di ritardare l’avvio della procedura, ma senza successo: e ieri, alla notizia, il titolo Fca ha subìto un tonfo a Piazza Affari (-4,6% a fine giornata).

La procedura è il frutto, indiretto, di una operazione avviata dallo stato tedesco (che come sappiamo tiene al proprio produttore, la Volkswagen): come informa lo stesso esecutivo Ue in una nota, la Commissione è stata chiamata in causa come mediatore «nel disaccordo fra autorità tedesche e italiane sulle emissioni di ossidi di azoto prodotte da un’auto omologata in Italia», la 500X di Fca.

Durante la mediazione, conclusa positivamente, «la Commissione ha esaminato i risultati delle prove di emissioni e le informazioni fornite dall’Italia». Al termine di tale esame, ora l’esecutivo «chiede formalmente all’Italia di dare una risposta alle sue preoccupazioni circa l’insufficiente giustificazione fornita dal costruttore in merito alla necessità tecnica – e quindi alla legittimità – dell’impianto di manipolazione usato e di chiarire se l’Italia è venuta meno al suo obbligo di adottare misure correttive per quanto riguarda il tipo di veicolo Fca in questione e di imporre sanzioni al costruttore di auto». Il software utilizzato, insomma, falsa i risultati?

Delrio, scrivendo alla Commissione Ue, aveva sottolineato che «contrariamente a quanto dichiarato dai vostri uffici, le autorità italiane hanno escluso fin dall’inizio la presenza di dispositivi illegali sui modelli Fiat sia nelle versioni originali sia in quelli ricalibrati. Durante il processo di mediazione abbiamo sottolineato che Fca ha avviato volontariamente una campagna di ricalibratura a febbraio 2016 per migliorare le performance delle emissioni, ben prima che la Germania ci informasse dei risultati emersi dai loro test». Evidentemente senza successo. Analoghe procedure di infrazione sono state aperte nei confronti di altri Stati membri per le omologazioni del gruppo Volkswagen.

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