Emigrare o votare, milioni di giovani senegalesi decidono le presidenziali di oggi
La corsa per la successione a Macky Sall Diciotto i candidati, ma la vera sfida è tra Amadou Ba, indicato dal presidente uscente, e Bassirou Diomaye Faye che ha sostituto il favorito ma "ineleggibile" Ousmane Sonko
La corsa per la successione a Macky Sall Diciotto i candidati, ma la vera sfida è tra Amadou Ba, indicato dal presidente uscente, e Bassirou Diomaye Faye che ha sostituto il favorito ma "ineleggibile" Ousmane Sonko
Dopo l’annuncio a sorpresa del rinvio delle elezioni presidenziali – previste lo scorso 25 febbraio – da parte del presidente Macky Sall e la successiva bocciatura del Consiglio Costituzionale sul decreto presidenziale, i senegalesi si recheranno oggi alle urne per scegliere il nuovo presidente della Repubblica.
Il successore di Macky Sall, alla guida del Senegal dal 2012, sarà reso noto – se otterrà la maggioranza al primo turno – dopo due anni di tensioni e proteste che hanno causato almeno 50 morti e centinaia di arresti tra oppositori politici e giornalisti. Repressione governativa e utilizzo strumentale della giustizia che hanno messo in dubbio un paese considerato, fino a poco tempo fa, come uno degli «esempi di democrazia dell’Africa occidentale».
Saranno 18 i contendenti alla presidenza, dopo il ritiro di due candidati e l’esclusione di Ousmane Sonko – principale favorito per le presidenziali, reso ineleggibile a causa di una condanna per diffamazione – e Karim Wade, a capo del Partito democratico senegalese (Pds), scartato per la doppia cittadinanza franco-senegalese.
Nonostante la presenza di numerose personalità politiche di spicco, la vera sfida sarà tra Amadou Ba, candidato della coalizione di maggioranza Benno Bokk Yakaar (Uniti nella Speranza in wolof), investito direttamente dal presidente Macky Sall, e Bassirou Diomaye Faye, numero due del partito Pastef (Patrioti africani del Senegal per il lavoro, l’etica e la fraternità), designato come candidato sostitutivo dallo stesso Sonko.
Nominato premier nel settembre 2022, il 63enne Amadou Ba, si presenta come il successore naturale della politica economica di Sall – anche agli occhi degli investitori internazionali e del Fondo monetario internazionale – grazie alla sua lunga esperienza politica che lo ha visto ricoprire numerosi ministeri. Per riuscire nella sua sfida di succedere al suo mentore, dovrà comunque convincere le persone del suo stesso campo riguardo alle sue capacità di leadership, visto che alcuni esponenti della maggioranza hanno abbandonato il partito del presidente, l’Alliance pour la République (Apr), dopo la sua nomina.
Al contrario di Ba, Bassirou Diomaye Faye, 48 anni – presentato come il piano B del Pastef, dopo la definitiva esclusione di Sonko – ha ricevuto in questi giorni il sostegno di numerosi esponenti di peso delle opposizioni, compreso quello di Karim Wade e del Pds. Processato e incarcerato dall’aprile 2023 per «attacco all’integrità nazionale e diffamazione», Faye è stato liberato, insieme a Sonko, lo scorso 14 marzo ed ha avuto la possibilità di condurre una campagna elettorale, partita già in ritardo, dopo la decisione della Corte costituzionale e la scelta del voto prima della scadenza del mandato presidenziale di Sall, il 2 Aprile.
Faye viene descritto come l’architetto del progetto Pastef (sciolto lo scorso luglio dal governo) e della successiva nascita della coalizione di opposizione Yewwi Askan Wi (Liberare il popolo), che ha avuto un incremento notevole anche alle legislative del 2022. I principali temi che hanno infiammato i suoi sostenitori – i giovani in particolare – riguardano la difesa della sovranità economica nazionale, l’uscita dal franco Cfa, (presentato come simbolo postcoloniale), la lotta contro la corruzione e la valorizzazione delle risorse del Senegal.
Se gran parte dei voti convergeranno sui candidati delle due maggiori coalizioni, per la terza piazza e le successive, i nomi più quotati sono quelli di Idrissa Seck del Rewmi (ex primo ministro, arrivato secondo alle presidenziali del 2019), Khalifa Sall (ex sindaco di Dakar) e Mahammed Dionne (anche lui un ex primo ministro).
La disoccupazione, la crisi economica e l’aumento dei prezzi sui beni di prima necessità sono le principali preoccupazioni della maggioranza dei giovani, con circa la metà dei 17 milioni di senegalesi che ha meno di 18 anni.
Secondo i dati della Banca Mondiale, circa un terzo dei senegalesi vive in povertà. Molti fuggono verso l’Europa in cerca di opportunità economiche, intraprendendo viaggi rischiosi e spesso mortali, con almeno «7mila senegalesi morti nel 2023» per raggiungere le Isole Canarie e la Spagna, secondo l’ong Caminando Fronteras.
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