Le elezioni europee sono all’ordine del giorno. Il ruolo europeo nel mondo, sarà fortemente condizionato dal loro esito. Oggi, nel mondo, è in affanno il dominio esclusivo dei blocchi imperiali che si fronteggiano: spesso con le armi o con politiche economiche aggressive che soffocano lo sviluppo di paesi terzi e ne saccheggiano le risorse naturali. C’è quindi spazio per un’Europa che funga da polo aggregante autonomo e libero in uno scacchiere multipolare. Un’Europa che lavora per la pace, per rapporti economici equi e rispettosi dei paesi partner, che non sfrutti ma cooperi, che affronti in modo solidale i flussi migratori, le crisi climatiche e idriche, tuteli l’ambiente non con misure di facciata e utili solo ai propri territori. Un’Europa che pensi al bene delle persone e non delle multinazionali e dei fondi d’investimento. Un’Europa così è possibile.

Nel secoli l’Europa ha prodotto il colonialismo e due guerre mondiali, ma anche valori alti, principi universali di uguaglianza, democrazia, umanesimo, cultura e arte, rivendicazioni di giustizia sociale. Ha contato e può tornare a farlo purché prevalga la sua faccia positiva. Il sogno di questa nuova Europa verrebbe spazzato via se nelle prossime elezioni si affermassero forze conservatrici, sovraniste, portatrici di disvalori e diseguaglianze sociali. Questa tornata elettorale è uno spartiacque, siamo consapevoli che l’esito dipenderà da molti fattori. Le forze progressiste e la sinistra sono chiamate a fare la propria parte perché senza una loro presenza forte e rilevante nel nuovo Parlamento, l’Europa non prenderà la via giusta.

Conterà la composizione delle singole delegazioni e questo è il punto. Noi pensiamo che sarebbe grave se dovesse mancare, fra i parlamentari italiani eletti, una presenza della sinistra pacifista, ambientalista, dei diritti sociali e civili così ben scritti nella nostra Costituzione.
Non ce lo possiamo permettere. Le regole elettorali sono chiare. Quindi noi che, premettiamo, non abbiamo ambizioni di candidatura, sentiamo il dovere di chiedere a chi ha il potere e il dovere di decidere nei partiti, nelle assemblee, nelle trattative, persone come Acerbo, Bonelli, De Magistris, Fratoianni, Lucano, Santoro: lavorate per una sola lista unitaria alla sinistra del Pd.

Una lista che sia di tutti e proprietà di nessuno. Che trovi nelle candidature, le migliori energie a disposizione nel rispetto dei partiti esistenti e delle realtà locali. Che invogli nuovamente a tornare a votare molti delusi. Prevalga la volontà di base. Il voto europeo prevede le preferenze. C’è dunque spazio per valorizzare, attraverso queste, opzioni specifiche e priorità. Volendolo, si potrà tranquillamente dedurre dalle preferenze il peso specifico di singole forze politiche all’interno della lista unitaria. Non c’è ragione di andare divisi.

Certo non bisogna farsi guidare dai sondaggi, ma li guardiamo tutti e ci impongono una seria riflessione. Come non vedere che c’è il rischio di almeno un 6 o 7% di voti persi se nessuna lista a sinistra supererà la soglia del 4%? E che ci sono tanti elettori che forse tornerebbero a votare se ci fosse un unica lista che infonda speranza, fiducia e un pizzico di passione? E quanti voti dati altrove potrebbero tornare, dando la ragionevole certezza che la lista unica supererà il quorum? Lo ripetiamo. Dateci una lista unica. Vinca la generosità di qualche rinuncia a pur legittime aspirazioni identitarie e caratterizzanti. Vinca la consapevolezza di offrire una opportunità a molti di credere nella buona politica. Chi ha maggiore responsabilità nei partiti esistenti, nelle liste già pronte o in quelle che si stanno preparando, sia davvero responsabile e scelga un progetto di unità. Non ci si accomodi ad una tacita accettazione di un eventuale non raggiungimento del quorum con la consolazione di qualche zero virgola in più da tesaurizzare in seguito.

Non si usi una elezione così rilevante come una pura e semplice operazione di promozionale del proprio simbolo e della propria, specifica identità anche qui sperando in qualche zero virgola in più. Sappiamo che non sarà facile, ma questo non sia un alibi per non provarci.
Noi, come tanti elettori di sinistra, vogliamo avere l’opportunità di dare il nostro contributo in una competizione elettorale così rilevante. Vogliamo essere il voto utile del 2024.

Noi, con questo appello, vogliamo dare un segnale di partenza. Assolutamente lontani dall’idea di guidare il gruppo. E Anzi aspettiamo che siano in molte e molti a sorpassarci, strada facendo. Vorrebbe dire che siamo sulla strada giusta.