Elezioni 2021, voto da ripetere in 455 circoscrizioni di Berlino
Germania «Molteplici errori di conteggio e cedole elettorali falsate», i giudici costituzionali fanno a pezzi anche parte delle elezioni per il Bundestag del 26 settembre di due anni fa. Il governo Scholz non teme nulla: la percentuale di sezioni irregolari è troppo esigua per poter ribaltare la composizione del Bundestag, ma è comunque un mini test
Germania «Molteplici errori di conteggio e cedole elettorali falsate», i giudici costituzionali fanno a pezzi anche parte delle elezioni per il Bundestag del 26 settembre di due anni fa. Il governo Scholz non teme nulla: la percentuale di sezioni irregolari è troppo esigua per poter ribaltare la composizione del Bundestag, ma è comunque un mini test
La Bundesrepublik del caos, oppure, se si preferisce, la Repubblica federale guidata della Corte Suprema di Karlsruhe, chiamata ormai con cadenza mensile a correggere i pasticci istituzionali a suon di inappellabili sentenze.
L’ultima sonora bacchettata all’incapacità politica è arrivata ieri: dopo il voto comunale e statale di Berlino i giudici costituzionali hanno fatto a pezzi anche parte delle elezioni per il Bundestag del 26 settembre 2021. Risultato: nelle 455 circoscrizioni della capitale (sul totale di 2.256) in cui si sono verificate irregolarità al limite del broglio si dovrà rivotare «entro 60 giorni», come prevede l’atto firmato dalla vicepresidente della Corte, Doris König.
Con tutte le conseguenze del caso, non ultima che più di un parlamentare di rilievo rischia di perdere lo scranno; per esempio la neo-sovranista Sahra Wagenknecht appena uscita dalla Linke, all’epoca eletta per il rotto della cuffia. Sotto questo aspetto, invece, il governo Scholz non teme nulla: la percentuale di sezioni irregolari è troppo esigua per poter ribaltare l’esito delle elezioni del 2021.
La data più probabile per la ripetizione del voto sembra coincidere con il prossimo 11 febbraio, almeno a sentire il pronostico ufficioso dell’ente elettorale berlinese. Politicamente sarà il primo test sul campo per la Cdu nelle vesti di primo partito a livello nazionale in tutti i sondaggi. E i democristiani lo scorso 12 febbraio hanno già rovesciato il risultato locale di Berlino conquistando il Municipio Rosso e imponendo la riedizione della Grosse Koalition con la Spd. Di sicuro la sentenza di ieri alimenta involontariamente il fuoco del leader dell’Union, Friedrich Merz, la cui linea politica si riassume nello slogan che ripete ogni giorno come un mantra: «Dimissioni del governo Scholz subito e nuovo voto in concomitanza delle Europee 2024».
Certo il cancelliere socialdemocratico non ha alcuna responsabilità per gli errori nelle sezioni elettorali di Berlino, anche se a governare la Città-Stato allora era proprio la “sua” Spd insieme ai Verdi e alla Linke con la borgomastra Franziska Giffey che oggi siede nella Groko guidata dal sindaco Cdu, Kai Wegner. La sentenza tuttavia pesa inevitabilmente sul suo mandato già ampiamente segnato dai rilievi della Corte dei Conti oltre che dai puntuali altolà provenienti da Karlsruhe.
In questo caso, spiegano i giudici, il problema su cui è stato impossibile soprassedere sono i «molteplici errori di conteggio e le cedole elettorali falsate» anzitutto dalla modalità di voto incontrollabile, come puntualizza la sentenza mettendo in evidenza il “trucco” che consentiva ai minori non idonei di votare a livello statale e federale utilizzando una scheda per corrispondenza ordinata da un maggiorenne. Roba da vergognarsi nella Germania efficiente per definizione, dove si pretende di insegnare agli altri come fare, senza però riuscire a dimostrare mai la leadership by example.
Di fatto un parte del Bundestag costituito nel 2021 – seppur minima e insignificante ai fini pratici – dovrà essere rinnovata in una situazione politica ed economica completamente diversa a distanza di ben due anni dal voto originario. Come minimo si tratta di una rilevante anomalia di sistema, nonostante sia veramente l’unica soluzione istituzionale per riportare nella legalità il voto rovinato dalla combinazione di veri e propri errori e devastanti effetti collaterali. A partire dall’impatto della Maratona di Berlino organizzata lo stesso giorno che nessuno volle o seppe prevedere. La chiusura delle principali arterie della capitale e la conseguente paralisi del traffico contribuirono non poco ai ritardi nelle operazioni di voto oltre il limite consentito e alla mancata consegna delle schede in decine di seggi. Almeno nella stessa misura del parallelo effetto negativo provocato dal triplo voto comunale, statale e federale: altra complicazione che contribuì a far esondare definitivamente le urne fuori dall’alveo costituzionale.
Secondo i giudici entro due mesi dovrà essere ripetuto anche il voto postale corrispondente alle circoscrizioni irregolari. Eppure alla Cdu ancora non basta: «La sentenza non ci ha soddisfatto in pieno. Noi eravamo per invalidare totalmente le urne dello scandalo».
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