Due prigionieri politici egiziani sono morti in cella nel giro di 24 ore a causa della carenza di cure mediche, una mancanza strutturale nelle prigioni del regime, più volte denunciata dalle organizzazioni per i diritti umani e dagli stessi detenuti.

Una delle vittime è il libraio 58enne Magdy Abdu Shabrawy, detenuto a Badr, 70 km dal Cairo. Era stato arrestato a Mansura il 14 agosto 2013, il giorno in cui al Cairo il neonato regime di al-Sisi massacrava in piazza Raba’a oltre mille sostenitori dei Fratelli musulmani. Soffriva di insufficienza renale ma non stava ricevendo le necessarie cure mediche.

Nelle stesse ore a morire era Shabaan Muhammad Sayed, detenuto a Qanater: soffriva di alta pressione. Non è la prima volta: nel solo 2022 sono almeno 35 i prigionieri morti in carcere o per mancanza di cure mediche o per torture e abusi della polizia.

Nel 2021 erano stati 60, riporta l’Egyptian Network for Human Rights. Lo scorso settembre in 48 ore erano deceduti tre prigionieri politici a causa delle terribili condizioni di vita in carcere: Mohammed Zaki, Hassan Abdullah Hassan. Il 2 novembre scorso il 47enne Alaa al-Salami era morto per sciopero della fame: protestava per l’inumano trattamento carcerario.