Edgar Allan Poe, un debutto per il detective delle tenebre

La sua carriera da cadetto non durò neppure un anno, tra il giugno del 1830 e il febbraio del 1831, ma è certo che Edgar Allan Poe che in precedenza si era arruolato nell’esercito come soldato semplice per sottrarsi all’abbraccio soffocante dei genitori adottivi e trovare un modo per mantenersi, non avrebbe conservato dell’Accademia militare un ricordo particolarmente gradevole.

Inquieto e poco avvezzo a seguire le inique regole del luogo, già incline, malgrado avesse solo vent’anni, alla bottiglia e scosso dai fantasmi che lo avrebbero accompagnato per l’intera esistenza, lo scrittore è da molti punti di vista il vero protagonista de I delitti di West Point. The Pale Blue Eye di Louis Bayard (La nave di Teseo, pp. 490, euro 22, traduzione di Tiziana Lo Porto).

NEL ROMANZO, il primo dell’autore statunitense di noir storici ad essere tradotto nel nostro Paese – e da cui Scott Cooper ha tratto l’omonimo film con Christian Bale, Harry Melling e Gillian Anderson, prodotto da Netflix -, un misterioso assassino miete vittime tra i cadetti senza che si possano immaginare né le motivazioni né lo scopo di una violenza che assume forme selvagge e brutali, lasciando corpi mutilati nei boschi che circondano la scuola-caserma.

Delle indagini sarà incaricato Augustus Landor, un poliziotto che prima di ritirarsi in una zona isolata delle montagne circostanti si è fatto un nome reprimendo le bande di New York: una storia raccontata da Martin Scorsese in Gangs of New York nel 2002. Accanto a lui, sulle tracce dell’assassino, si metterà anche il giovane Allan Poe.

E sarà proprio lui, misurandosi con l’oscurità che avvolge i veri motivi di quelle morti inspiegabili, a risolvere il caso. Inutile dire che per il maestro delle tenebre, la scoperta della verità avrà un costo profondo e drammatico: solo immergendosi nel buio della perdita e sfiorando la morte riuscirà a comprendere cosa sta realmente accadendo.