In tanti a Torino (e non solo) conoscevano Gabriele del Carlo e Velio Coviello. Vittime di una valanga in Val d’ Aosta, ambientalisti e “sognatori”. Non ancora 40 anni, diversamente ma parallelamente impegnati nell’ ambientalismo.

Per un attimo almeno la loro morte, la loro figura, le loro belle facce hanno colpito l’opinione pubblica. Il rischio di affondare subito e soltanto nella questione dell’incidente, se sono stati imprudenti – o quanto siano stati imprudenti – è stato superato.

Si è subito parlato del valore e delle attività di Gabriele e di Velio, del loro ambientalismo.

Nel ricostruire il percorso di come hanno incrociato Eco dalle città e iniziato il loro attivismo, gli elementi di quel periodo sono chiari, diversi, e intrecciati.

Torino andava alle Olimpiadi Invernali del 2006, nell’autunno-inverno 2005 il movimento No Tav raggiungeva il suo acme bloccando i cantieri di Venaus. In città c’erano comitati che contestavano i parcheggi sotterranei e le «masse critiche» in bicicletta spingevano le prime ciclofficine e progettazioni per la bici. In pochi gatti si protestava contro lo smog e più avanti contro la costruzione del grattacielo San Paolo.

Nel 2008 una nuova ondata di movimento studentesco (l’Onda, appunto) occupava l’ Università. La nostra Eco dalle Città era al tempo solo un notiziario, ma attorno alla redazione, alla stanza nel Centro Sereno Regis, si incrociavano un po’ questi scampoli di movimento e si conoscevano e facevano amicizia i (tutto sommato pochi) ragazzi ambientalisti di quel tempo.

Varrebbe forse la pena di ricostruirla e raccontarla la storia di questi ambientalisti nati negli anni Ottanta, precursori forse della generazione dei Friday for Future, partecipi ma non egemoni nei movimenti studenteschi e nelle liste elettorali universitarie.

A Torino il movimento No Tav faceva anche da sfondo massiccio e impetuoso. L’instancabile attivismo di Giorgio Faraggiana, professore del Politecnico, inventore della targhetta No oil per le biciclette, era un riferimento, in particolare per Velio e Gabriele.

Poi le loro storie si sono differenziate.

Velio ha iniziato con una esperienza in Burkina Faso i suoi percorsi di cooperazione, dottorato, ricerca. Il tema iniziale era stato “Soil and water conservation“. Man mano, col CNR, suoi temi sono diventati, in parallelo, il rischio idrogeologico e i vulcani ( dopo aver sperimentato sul campo un terremoto in Messico. La definizione di «sognatori», per Velio come per Gabriele, non è esatta.

Erano piuttosto attivisti scientifici, o scienziati, sempre insoddisfatti perché le cose del mondo non vanno secondo la logica del sostenibile, che poi è l’unica logica possibile.

Il percorso di Gabriele – il percorso principale, perché si è anche perso tavolta, e ne ha sofferto – è stato dal ciclo attivismo alla politica comunale.

Nel 2011 è stato eletto consigliere nell’Ottava circoscrizione, nella lista Sinistra Ecologia e Libertà. Può sembrare strano usare anche per lui la definizione di attivista scientifico o scienziato ma l’approccio di Gabriele del Carlo alla mobilità sostenibile era di quel tipo. Dati, ricerche, confronto tra esperienze, soluzioni sperimentate. La politica come arte della diplomazia o promozione narcisistica o bandiera di partito non era il suo forte. Come tutti i veri ambientalisti guardava ai contenuti prima che alle appartenenze politiche e non credeva agli steccati.

Come altri e prima di altri ha intuito, mentre si avvicinava il 2016, che 5 stelle poteva essere un’occasione, o perlomeno uno strumento da sperimentare. Chiamato a collaborare con l’ Assessora ai Trasporti della Giunta Appendino ha cercato di far nascere i progetti migliori possibili, non di fare propaganda alla maggioranza del momento. Sentendosi spesso frustrato per le difficoltà amministrative.

Se andate a vedere il suo profilo Facebook constatate con quanta passione e precisione stava continuando a insistere nella battaglia per realizzare i progetti, contro l’auto-dipendenza.

Resta, sullo sfondo, il tema della montagna affascinante e crudele, il tema delle morti accidentali, improvvise, premature .Noi ambientalisti ci battiamo per ridurre al minimo il rischio climatico, idrogeologico, chimico, eccetera, per una vita sana. Ma la passione per la vita, per la natura, per tanti desideri ci espongono. A livello personale non viviamo a rischio zero, non sarebbe umano.

Questi due amici li abbiamo persi. Ma in qualche modo li stiamo rivivendo. Se due figure come quelle di Gabriele del Carlo e Velio Coviello, due figure di avanguardia (a mio parere), due figure di minoranza, diventano popolari, è meglio vedere il lato positivo. Anche se ci può essere strumentalità e superficialità in questa iconizzazione, la causa ambientalista (in particolare a Torino) può esserne favorita. Se è per una buona causa, da lassù, ci stanno.