Il massiccio bombardamento di ieri a Kryvyi Rih ha tutte le caratteristiche della rappresaglia. Arriva a un giorno di distanza dall’attacco a Mosca per mezzo di droni kamikaze (che l’Ucraina non ha rivendicato), ha colpito la città natale del presidente Zelensky e non sembra aver neutralizzato alcun obiettivo militare.

A sera i funzionari ucraini hanno dichiarato 6 vittime e 75 feriti, tutti civili. Ma si scava ancora sotto le macerie e ci si aspetta che tali numeri siano destinati a crescere. L’attacco è stato condotto con almeno due missili balistici, molto difficili da intercettare per la contraerea ucraina, uno dei quali si è abbattuto su un edificio residenziale sventrandolo dal quarto al nono piano, secondo il ministro degli Interni ucraino, Igor Klymenko. Le strade del quartiere sono state occupate da una squadra di più di 350 soccorritori, secondo quanto scritto dal presidente Zelensky, che per tutto il giorno sono stati impegnati a rimuovere le macerie e a spegnere gli incendi provocati dalle auto o dagli alberi in fiamme. Sempre stando alle dichiarazioni del capo di stato, tra i morti ci sono anche una bambina di 10 anni e sua madre.

DOMENICA, il presidente ucraino si era espresso in modo molto duro sull’attacco che aveva colpito Mosca nella notte, causando danni a due edifici amministrativi situati a pochi chilometri dal Cremlino. All’alba di ieri un altro drone ha colpito un dipartimento di polizia distrettuale nella regione russa di Bryansk, poco oltre il confine ucraino; ma secondo il governatore locale non ci sono state vittime. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha definito gli attacchi «un atto di disperazione» e ha annunciato un rafforzamento della sicurezza nel Paese. «Gradualmente, la guerra sta tornando nel territorio della Russia – nei suoi centri simbolici e nelle sue basi militari, e questo è un processo inevitabile, naturale e assolutamente giusto» ha detto Zelensky. Molti analisti avevano interpretato queste parole come un’ammissione indiretta da parte di Kiev.

IL MINISTRO della Difesa russo, Sergei Shoigu ha risposto ieri che gli «attacchi (ucraini) contro le infrastrutture civili russe» sono una dimostrazione del fatto che «la controffensiva è fallita». Shoigu ha poi aggiunto: «Le truppe russe hanno così aumentato l’intensità degli attacchi alle strutture militari ucraine, comprese quelle dietro i raid terroristici contro la Federazione russa». Non è chiaro se Shoigu si riferisse agli attacchi di ieri ma, in tal caso, non abbiamo notizie di obiettivi militari colpiti.

Anche perché Kryvyi Rih non è l’unica città che ieri ha pianto i suoi morti. A Kherson i bombardamenti russi hanno ucciso quattro civili e ne hanno feriti 17. Mentre nei pressi di Izyum, nell’est, una donna di 70 anni è morta sotto le macerie del proprio tetto bombardato. Dall’altro lato del fronte, il governatore filo-russo del Donetsk separatista, Denis Pusjilin, ha accusato Kiev di aver bombardato il capoluogo regionale colpendo un autobus e causando due vittime.

«Negli ultimi giorni, il nemico ha attaccato ostinatamente le città e i villaggi (ucraini), bombardando strutture civili e abitazioni» ha dichiarato Zelensky, «ma questo terrore non ci spaventerà e non ci spezzerà». Al di là del coraggio dei resistenti, secondo una stima diffusa ieri dal ministero degli Esteri ucraino, gli attacchi dell’ultima settimana alle strutture portuali di Odessa hanno provocato la distruzione di circa 180 mila tonnellate di grano, provocando una perdita superiore al 30% delle scorte del Paese.

INTANTO, A SORPRESA, è riapparso il capo e fondatore della compagnia di mercenari Wagner, Evgeny Prigozhin. L’ideatore della «marcia della giustizia», il presunto tentativo di golpe fallito in Russia, ha dichiarato che al momento «la Wagner non sta reclutando combattenti, perché non c’è carenza di personale» ma che potrebbe farlo in futuro in quanto il gruppo resterà attivo «in Africa e nei centri di addestramento in Bielorussia. Nelle ultime settimane Prigozhin ha pubblicato diversi audio su Telegram, alimentando i sospetti di chi si interroga sul perché il presidente Putin l’abbia risparmiato dopo la ribellione dello scorso mese.