Droghe, il paradigma proibizionista crea danni
Ha preso il via ieri da Roma il tour in Italia di Peter Cohen, uno fra i più originali studiosi a livello internazionale sul tema delle droghe. Promosso da Arci, la Società della Ragione e Forum Droghe toccherà novecittà italiane.
Al centro il libro Dalla parte della Ragione (Menabò, 2023), frutto della collaborazione ventennale del sociologo olandese con “Fuoriluogo”. Peter Cohen, che ha insegnato all’Università di Amsterdam ed è stato fondatore del CEDRO (Centro per le ricerche sulla droga), ha avuto il pregio di aprire la strada ad una lettura alternativa dell’uso di sostanze. A quella tradizionale, figlia della lettura dogmatica e proibizionista delle convenzioni internazionali, che considera le sostanze incontrollabili e coloro che le usano schiavi della dipendenza, ha contrapposto un approccio psicosociale, centrato sulle persone e sulle loro capacità di regolazione.
Così sin dal primo capitolo si definisce l’urgenza di un “cambio di paradigma”: dalla costruzione stigmatizzante del “tossico” che prelude ad una spirale marginalizzante e disumanizzante, alla rivendicazione invece dell’umanità di chi usa droghe e della necessità di sostegno di chi lo fa in modo problematico.
Riflessioni di inizio anni ’90, tanto originali allora, quanto ben penetrate nel movimento per la riforma di oggi. Ma ancora non accettate universalmente, basti pensare alle polemiche tutte italiane sull’uso della definizione “persone che usano droghe” (PUD) in luogo di “tossicodipendenti”.
Un cambio che significa affrontare un fenomeno sociale con strumenti adeguati. Nasce la riduzione del danno, come pratica urgente per limitare le infezioni di HIV, poi come approccio complessivo all’uso di sostanze. Abbandonato quello farmacologico e le droghe “incontrollabili”, per Peter Cohen è «la complessità delle vite il motore di controllo sul consumo di droghe e di alcol». Per questo le politiche non devono essere più finalizzate, tramite la proibizione, all’astinenza: bensì investire sulle capacità del singolo e della società di orientare i consumi.
Del resto, l’approccio penale non solo risulta incapace di limitare l’offerta di droghe, ma è sostanzialmente irrilevante sui modelli di consumo, e non fa altro che intralciare, quando non impedire, la prevenzione dei rischi e la riduzione dei danni. Una vera e propria «fuga dalla razionalità», come ricorda l’autore in un saggio dedicato alla vicenda Rototom. La legalizzazione delle droghe appare dunque l’unico modo di garantire il governo del fenomeno, attraverso la regolazione sociale e l’implementazione di efficaci strategie di sostegno all’uso controllato.
Come scrivono i curatori Grazia Zuffa e Franco Corleone, il volume raccoglie ricerche e riflessione di uno studioso che ha avuto il merito di definire «il rapporto rigoroso che deve intercorrere fra scienza e politica; fra teoria e ricerca per validare gli assunti teorici da una parte, e le scelte politiche conseguenti, dall’altra». L’ideale punto di partenza per avviare un dibattito serio, aperto e pragmatico sulla riforma delle politiche sulle droghe nel nostro paese.
I successivi incontri saranno a Ferrara il 21 febbraio all’ARCI Bolognesi, il 22 a Bologna all’ARCI RitmoLento, il 24 a Fusignano all’ARCI Brainstorm, Il 26 febbraio Peter Cohen sarà invece alla SD Factory – Laboratorio Creativo di Reggio Emilia in collaborazione con la cooperativa PG XXIII, il 28 sarà il principale protagonista a Torino all’incontro su politiche sulle droghe e città promosso con il patrocinio del Comune, ed il 29 a Parma alla libreria Mondadori Bookstore Ghiaia, in collaborazione con Laboranotte. Il 1° marzo sarà a Modena all’ARCI Vibra Club e infine, il 2 a Genova, Giardini Luzzati, in collaborazione con la Comunità di San Benedetto al Porto.
Il calendario e le info per ricevere il libro su Fuoriluogo.it
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