Questa sera Mario Draghi sarà a cena a Parigi con il presidente Emmanuel Macron. «Sarà l’occasione per discutere dell’agenda europea – fanno sapere dall’Eliseo – In particolare il sostegno all’Ucraina ed il rafforzamento dell’autonomia europea in materia di difesa ed energia». I due leader si incontrano anche in vista delle scadenze di fine giugno: il Consiglio europeo del 23 e 24, il vertice del G7 di Schloss Elmau, sulle Alpi Bavaresi, dal 26 al 28 e infine il summit della Nato a Madrid il 28 e 29.

Prima di presentarsi al Consiglio europeo, però, Draghi deve passare per il voto del parlamento. Si comincia dal Senato il 21 giugno. Dopo le tensioni nella maggioranza degli ultimi giorni, Enrico Letta testimonia di un clima che va verso il compromesso. «Sono convinto che la maggioranza si ricompatterà su un testo condiviso dal governo – assicura il segretario del Partito democratico – Tutti abbiamo la stessa ambizione, quella che l’Italia sia insieme all’Europa determinante per obbligare la Russia a fermarsi e arrivare a una pace. Non credo che nessuno si assumerà la responsabilità di rotture che sarebbero negative. Sarà una prova importante ma sono convinto che ognuno farà la sua parte».

Parole di distensione arrivano anche da Giuseppe Conte, che si riferisce al passaggio di Draghi negli Stati uniti dell’11 maggio scorso per sostenere l’idea di un cambio di passo nell’approccio dell’esecutivo. «Non credo proprio che andremo verso un ulteriore decreto» si sbilancia il leader del Movimento 5 Stelle a proposito di un nuovo invio di armi sul fronte ucraino. «Credo invece, anche in base alle dichiarazioni rilasciate dal presidente Draghi negli Stati uniti e da quelle di alcuni esponenti delle forze politiche – prosegue Conte – Che dopo una prima fase in cui si pensava che anche in Italia dovessimo abbracciare una folle corsa al riarmo ora tutti stanno convergendo sulle nostre posizioni».

Conte ha poi ribadito la fedeltà al governo. «Si sta enfatizzando questo passaggio in parlamento come uno scontro ma io non voglio mettere in difficoltà il governo – dice – Non ho mai parlato di una maggioranza nuova o diversa. Ho detto che confido che la nostra posizione possa essere acclarata in Parlamento come la posizione dell’intera maggioranza che sostiene il governo. Su Fratelli d’Italia non ci spero molto, vista la posizione molto belligerante».