Cultura

Douglas Rushkoff indaga l’escapismo dell’utopia reazionaria digitale

Douglas Rushkoff indaga l’escapismo dell’utopia reazionaria digitaleElon Musk presenta il progetto di SpaceX

Scaffale "Solo i più ricchi. Come i tecno-miliardari scamperanno alla catastrofe lasciandoci qui": il nuovo saggio del docente del Queens College di New York edito da Luiss

Pubblicato più di un anno faEdizione del 22 aprile 2023

Douglas Rushkoff ha scritto un libro che permette di capire il pensiero magico della Silicon Valley e il magnetismo apocalittico che accompagna ogni lancio pubblicitario di una tecnologia digitale. L’ultimo caso è stato quello dell’assistente virtuale ChatGpt, un successo mondiale cresciuto sulla paura della fine del lavoro e della sostituzione degli umani con i robot.

LA CHIAVE INTERPRETATIVA sta nel titolo, più significativo nell’originale americano: Survival of the richest. Escape Fantasies of the Tech Billionaires (La sopravvivenza dei più ricchi. Fantasie escapiste dei miliardari tecnologici) tradotto in italiano in Solo i più ricchi. Come i tecno-miliardari scamperanno alla catastrofe lasciandoci qui (Luiss, pp. 178, euro 20).
La sopravvivenza è di coloro che lavorano, direttamente o indirettamente sulle piattaforme digitali, per i proprietari dei Leviatani tecnologici (Amazon, Facebook, Tesla&Twitter, Google & Co.). L’«escapismo» è stato una corrente artistica nel romanticismo. È un neologismo derivato dalla lingua inglese: to escape: evadere, fuggire, interrompere un sistema informatico e chiudere un’applicazione. Oggi indica un nichilismo estetizzante, ispirato al gotico romantico e alla fantascienza degli anni Sessanta. È brandito come una clava sulla depressione di massa per sovraconsumo di social e di filosofie della fine della storia da Jeff Bezos o da Elon Musk. Entrambi finanziano l’industria dello spazio e vogliono colonizzare Marte perché la terra è destinata all’estinzione.

L’ESCAPISMO COLTIVATO dai sopravviventi in vita che attendono la fine del mondo è l’arma ideologica della rivoluzione neoliberale conservatrice sulla quale è basato il consenso della Silicon Valley. Fuggire dal mondo annichilito dalla brutalità dei rapporti di forza. Nulla può modificarli, perduta è ogni possibilità di superarli. Tutto è inutile. È più facile sognare un viaggio interstellare che distruggere il capitalismo che annienta la tua vita. Si vorrebbe fuggire dalla società, dalla sua precarietà e dalla sua disperante immutabilità, oltre che dalle catastrofi presenti e future. Eppure qui si resta, nel nulla. Queste idee rinviano all’argomentazione reazionaria per cui ogni lotta riproduce in maniera occulta, e rovesciata, il dominio contro il quale combatte.

CON IRONIA RUSHKOFF descrive l’«escatologia atea» del complesso industriale-apocalittico del Big Tech e il suo immaginario condiviso dai dominati e dagli oppressi. Smonta lo schema narratologico del capitalismo digitale e la sua mitologia dell’eroe-imprenditore. Decostruisce il «mindset», cioè la cornice epistemologica composta da un determinismo tecnologico tecno-soluzionista, un sociobiologismo tendenzialmente razzista, il neocomportamentismo della microeconomia e il suo soggettivismo: tutti elementi che hanno colonizzato la nostra testa, e non solo quando mettiamo «like» come scimmie ammaestrate.

Il libro è una bella visione etico-politica, si direbbe spinozista. Non siamo ancora sul ciglio del baratro, niente è inevitabile, la liberazione passa da una rinnovata storia del presente e dal suo rapporto con il divenire e il vivente. E la storia non se ripete mai identica a se stessa. Contano i nostri mezzi che sono molto più importanti di ogni cosiddetta «fine».

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