Con enorme, colpevole ritardo il ministero del Lavoro ha approvato la cassa integrazione in deroga agli operai della ex Gkn. Ai circa 200 rimasti, perché otto mesi senza alcun tipo di salario e ammortizzatori sociali – ennesima, profonda zona d’ombra nella vertenza – hanno costretto nel frattempo decine e decine di lavoratori specializzati, con famiglie e spesso mutui a carico, a cercare e trovare nuove occupazioni.
La notizia della cig in deroga, che coprirà il periodo che va dall’ottobre scorso alla fine di questo 2023, è arrivata poche ore dopo l’assemblea del “gruppo di supporto e convergenza” da tempo al fianco della Rsu e del Colletttivo di Fabbrica. Un incontro durante il quale si è fatto il punto del crowdfunding per sostenere il piano industriale presentato dagli operai alle istituzioni. Un piano teso alla produzione di pannelli fotovoltaici di ultima generazione con una tecnologia già utilizzata da un’azienda tedesca, e anche di mezzi elettrici per la mobilità sostenibile. Le tute blu puntavano a raccogliere 75mila euro per dare il via alla loro Società operaia di mutuo soccorso “Insorgiamo con la Gkn”. Ad oggi ne hanno in cassa più di 173mila, grazie anche a una continua serie di iniziative solidali, compreso un “concertone” organizzato a Firenze dalla consigliera comunale Antonella Bundu di Sinistra progetto comune.
“Ora non ci sono più scuse – tira le somme la Fiom – il ministero delle ‘imprese e made in Italy’ e la Regione Toscana devono convocare immediatamente il tavolo per la reindustrializzazione”. Un tavolo fermo dall’inizio di marzo, non solo per colpa di Francesco Borgomeo che ha posto la fabbrica in liquidazione. Anche per responsabilità politica del governo, visto che ad oggi le uniche parole del ministro Urso sulla vertenza hanno escluso un intervento pubblico, ad esempio sul modello dell’ex Ilva di Taranto attraverso Mef e Invitalia.
La cig in deroga evita il peggio, ma non garantisce certo il meglio per il futuro produttivo dello stabilimento di Campi Bisenzio. Di qui la ribadita richiesta a governo e Regione fatta dai metalmeccanici Cgil Simone Marinelli, Daniele Calosi e Stefano Angelini: “Occorre che le istituzioni mettano a disposizione tutti gli strumenti, anche di sostegno e partecipazione economica, affinché il progetto presentato al comitato di proposta e verifica possa diventare reale e dare ulteriori possibilità di lavoro e di prospettiva industriale, nell’ottica della sostenibilità sociale e ambientale”.
Da operai e sindacato arriva anche la richiesta di ritirare la liquidazione decisa da Borgomeo, per un semplice, incontestabile motivo: “L’azienda ha avuto garantiti dal governo ben 24 mesi di ammortizzatori sociali. E non ci sono più scuse per procedere velocemente all’individuazione di uno o più soggetti industriali in grado di dare un futuro ai lavoratori. Inoltre è necessario che l’Inps velocizzi il pagamento diretto della cassa integrazione, dopo otto mesi senza stipendi”.
Da parte sua il Collettivo di Fabbrica guarda, nel suo ultimo post, alla tragedia delle popolazioni emiliano romagnole alluvionate: “Stiamo discutendo di una squadra da mettere a disposizione delle Brigate di solidarietà che si dovessero formare, e di destinare parte dei fondi che si stanno ancora raccogliendo per Gkn proprio alle casse di solidarietà con gli alluvionati”. Con un ultimo, lucido avviso ai naviganti: “Non chiamate emergenza ciò che è logica conseguenza di un sistema. E non parlate di emergenza senza parlare di urgenza. Urgenza di cambiare per non essere sommersi e travolti dall’emergenza”.