Non c’è tregua per gli agricoltori. Dopo la siccità e il caldo record, che hanno contribuito ad alimentare incendi dal nord al sud della penisola, è il momento di nubifragi, trombe d’aria, grandine e precipitazioni violente. «Hanno colpito a macchia di leopardo le campagne dal Lazio alla Campania, dalla Puglia alla Sicilia provocando vittime e danni con la perdita in alcune zone fino all’80% dei raccolti senza peraltro contribuire a sconfiggere la situazione di grave siccità», denuncia la Coldiretti.

Tra Avellino, Benevento e Caserta ci sono state cinque forti grandinate in tre giorni. Hanno devastato uva, olive e verdure di stagione. Nel salernitano una bomba d’acqua ha allagato i campi di cipollotto distruggendo la produzione. In Puglia colpita la zona di Santa Maria di Leuca da un tornado e il foggiano da un nubrifagio. Nella Tuscia, in provincia di Viterbo, sono state danneggiate le rinomate coltivazioni di fagioli e lenticchie. Ieri poi un agricoltore di 44 anni, Stefano Spoto, ha perso la vita a Casteltermini (Agrigento): era andato a controllare il gregge del padre ed è stato colpito da un fulmine.

SEMPRE SECONDO Coldiretti gli eventi meteorologici estremi che hanno investito l’Italia hanno causato danni superiori a 6 miliardi, cioè circa il 10% della produzione nazionale. In base ai dati dell’European Severe Weather Database (Eswd) dall’inzio dell’estate ne sono stati calcolati 1.140. A giugno le temperature hanno superato la media di 2,8 gradi, a luglio di 2,26. L’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Isac) del Cnr dal 1800 a oggi ha calcolato valori più alti solo in due occasioni: rispettivamente nel 2003 e 2005.

In questo quadro le stime sui cali produttivi più consistenti a livello nazionale riguardano mais e foraggi per l’alimentazione degli animali (-45%), latte nelle stalle (-20%), frumento duro (-30%) e riso (-30%). Mentre la vendemmia è iniziata con una settimana d’anticipo rispetto allo scorso anno e si prevede che siccità e caldo record faranno diminuire il prodotto finale del 10%.
La Confederazione italiana agricoltori (Cia), invece, lancia l’allarme per il settore dell’olivicoltura che sta vivendo «un’annata difficile». L’organizzazione parla di un -30% per il 2022/2023 rispetto alla campagna precedente. Tra le cause principali: il caldo anomalo nel periodo di fioritura, a maggio, e il deficit idrico in quello di accrescimento, a luglio.

MENTRE SULL’ITALIA, in particolare al centro-sud, ha ricominciato a piovere, non si fermano gli incendi. Anche se sono meno imponenti dei giorni scorsi. A Bagni di Lucca sono bruciati 60 ettari. Il rogo è iniziato domenica pomeriggio a causa di alcuni fulmini sulla montagna ma si è esteso nei giorni seguenti. Impegnate 50 squadre di volontari antincendi e operai forestali.

In Salento, lungo la litoranea tra Santa Cesarea e Castro, intorno alle 13 di ieri è divampato un incendio che ha distrutto 40 ettari di macchia mediterranea. 40 le unità antincendio boschivo intervenute, con l’ausilio di un Canadair partito da Lamezia Terme (Catanzaro).

NUOVE FIAMME nel Carso, nel comune di Duino, sono state messe sotto controllo dai vigili del fuoco. Ad Ardea, in provincia di Roma, il fuoco ha lambito alcune abitazioni. La regione Liguria, invece, sta valutando di chiedere il riconoscimento dello stato di emergenza per gli incendi dei giorni scorsi.