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Lavoratrici domestiche e badanti decisive per il Senato Usa

Sostenitrici del candidato democratico Raphael Warnock a Atlanta foto Getty ImagesSostenitrici del candidato democratico Raphael Warnock a Atlanta – Ap

Oggi il ballottaggio In Georgia, dove c'è una lunga tradizione militante, la corsa di Raphael Warnock e le sorti della maggioranza democratica sono appese al potente sindacato della National Domestic Workers Alliance

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 6 dicembre 2022

Saranno le donne delle pulizie di Atlanta a decidere le sorti del Senato e dell’amministrazione Biden? Saranno le lavoratrici che puliscono i vetri, passano l’aspirapolvere e portano fuori il cane nei sobborghi residenziali a determinare se il Green New Deal potrà andare avanti, se il salario minimo sarà aumentato oppure no, se i diritti sindacali saranno meglio difesi nei prossimi due anni? Forse sì.

PER UNA VOLTA, anche i senza potere hanno potere perché oggi si vota in Georgia per il Senato e il risultato avrà enormi conseguenze. C’è voluta una congiunzione astrale straordinaria per arrivare a questo: prima di tutto la Georgia è l’unico stato Usa dove le elezioni si svolgono in due turni e quindi il candidato democratico Raphael Warnock affronta il repubblicano Herschel Walker nel ballottaggio. Secondo: nelle elezioni a turno unico degli altri stati, l’8 novembre, il partito di Biden ha conquistato un seggio in più di quanti ne avesse prima e quindi ha 50 senatori contro i 49 repubblicani: se vincesse Walker ci sarebbe una perfetta parità. Se vincesse Warnock ci sarebbe una maggioranza di 51 seggi per i democratici.

 

Il candidato dem Raphael Warnock a un raduno del sindacato degli autotrasportatori Teamsters (Getty Images)

 

TERZO, NELLE ZONE dove il consenso dei due partiti si equivale, come appunto la Georgia, il Nevada o l’Arizona, la vittoria va al candidato che ha il consenso di metà degli elettori, più qualche decina o centinaia di schede. Per esempio nella circoscrizione della Camera Colorado-3, oggi rappresentata da una deputata fascistoide come Lauren Boebert, i conteggi le hanno dato la vittoria grazie circa 600 schede di vantaggio su 327.000 voti espressi, lo 0,2%. Ciò che fa la differenza è la mobilitazione dei sostenitori dei due partiti, il fatto che vadano a votare o no.

E QUI ENTRANO IN GIOCO le donne delle pulizie della Georgia, che fanno parte di un sindacato militante, la National Domestic Workers Alliance (Ndwa) con una lobby politica, Care in Action. Due anni fa sono riuscite a telefonare, contattare per posta o raggiungere di persona quasi 6 milioni di elettori. Hanno bussato a più di un milione di porte per sostenere Biden. Parlando delle questioni della cura delle persone e del lavoro domestico sono state molto ascoltate: «L’assistenza è un tema importante per la gente», spiega Ai-jen Poo, figlia di genitori immigrati da Taiwan e cofondatrice del sindacato.

Care in Action è parte di una vasta coalizione multirazziale e multigenerazionale che si rivolge principalmente alle donne afroamericane, ispaniche e asiatiche, soprattutto giovani. Sono loro, le badanti, le donne delle pulizie e le babysitter il segmento del mercato del lavoro in crescita più rapida. Sono le persone che letteralmente fanno funzionare il paese prendendosi cura dei figli, degli anziani e delle persone non autosufficienti.

Secondo il Census Bureau sono circa 2,2 milioni ma molte di loro sono pagate in nero, come accade anche da noi, e quindi in realtà potrebbero essere oltre 3 milioni. Secondo l’Economic Policy Institute, un centro studi progressista, il salario medio per badanti e donne delle pulizie è 13,79 dollari l’ora, molto meno dei lavoratori negli altri settori, per i quali è di 21,76 dollari l’ora.

IN GEORGIA, C’È UNA TRADIZIONE militante delle donne delle pulizie che risale agli anni Sessanta, quando sotto la guida di Dorothy Bolden fu fondata la National Domestic Workers Union of America (Ndwua), che organizzava ben 10.000 lavoratrici domestiche nella sola città di Atlanta. Bolden e la Ndwua divennero l’ispirazione e il modello per Ai-jen Poo e Nikema Williams, che nel 2020 è stata eletta alla Camera dopo la morte dello storico leader del movimento per i diritti civili John Lewis.

I sindacati in queste elezioni sono stati decisivi in vari stati. Per esempio, in Nevada, la senatrice democratica Catherine Cortez Masto ha sconfitto il suo avversario repubblicano per meno di 8.000 voti su oltre un milione. Voti che le sono arrivati essenzialmente da Las Vegas, dove la Culinary Workers Union e la Bartenders Union sostengono i candidati democratici.

Si tratta di due sindacati militanti, che in passato si sono dimostrati capaci di difendere i lavoratori e ottenere contratti decenti: dagli anni Ottanta in poi, mentre su scala nazionale il numero di iscritti ai sindacati nel settore privato crollava di due terzi, la Local 226 della Culinary Workers Union ha più che triplicato i suoi membri, raggiungendo quota 60.000, e diventando un esempio per tutto il movimento sindacale americano, dato per moribondo fino a un paio d’anni fa. Dal 2020 in poi i lavoratori dei servizi, in particolare i giovani, hanno ottenuto vittorie locali contro Starbucks, Apple e Amazon che sono state un segnale importante.

LENIN DICEVA che anche una cuoca avrebbe potuto governare l’Unione sovietica: forse le donne delle pulizie in Georgia non governeranno ma oggi di sicuro decideranno chi dovrà avere la maggioranza nel Senato a Washington, una scelta che condizionerà l’America e il mondo per i prossimi due anni.

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