Dopo lo shock dell’omicidio di Alika Ogorchukwu in pieno centro, Civitanova prova a reagire: perché non c’è solo indifferenza in mezzo alla strada, ma si affaccia anche la volontà di mostrare il volto più aperto della città, quello che non dimentica e vuole far sentire quantomeno la propria solidarietà per l’accaduto. I primi a scendere in piazza, già sabato, erano stati quelli della comunità nigeriana, con il sindaco che era pure lui andato in strada a incontrarli.

Mercoledì sera, alle 21, in piazza XX Settembre, cioè proprio a due passi dal punto in cui il 32enne Filippo Ferlazzo ha ammazzato di botte Alika, è previsto un presidio di solidarietà lanciato da Cgil, Cisl e Uil, al quale hanno aderito, tra gli altri, Pd, Sinistra Italiana, Anpi, Libera, Amnesty International e tante altre sigle di associazioni e gruppi umanitari.

«Si tratta di una tragedia che ci interroga – dicono gli organizzatori –, prima di tutto come persone, spesso diventate ostaggio della paura del diverso, dell’insicurezza economica, dell’instabilità politica e social tanto da renderci incapaci di provare empatia nei confronti dell’altro. Ma anche come comunità che si è smarrita, disgregata, che ha sostituto la coesione con la contrapposizione, che non protegge più i suoi membri, ma li giudica, li emargina e li rifiuta».

Per sabato, invece, è previsto un corteo. La decisione è stata presa nel weekend, contestualmente alla costituzione del «Comitato 29 luglio» in memoria di Ogorchukwu. L’obiettivo del comitato, a cui si può aderire solo come singoli e non come organizzazioni, è di realizzare «iniziative per la tutela dei diritti di tutti, contro il razzismo e l’esclusione sociale, per il rilancio della convivenza civile, accogliente e democratica a Civitanova».

All’assemblea costitutiva erano presenti anche diversi membri della comunità nigeriana ed è intervenuto anche un esponente di quella peruviana. Il corteo di sabato servirà a «dare parola alla condanna della violenza e del razzismo da parte della città». Inoltre il Comitato ha chiesto all’amministrazione comunale di deliberare al più presto una giornata di lutto cittadino, di costituirsi parte civile al futuro processo, di aprire uno sportello antirazzista e di attivarsi «per un vasto programma di collaborazione con le scuole per l’educazione al rispetto e alla solidarietà tra i popoli».

L’ultima richiesta, infine, riguarda una qualche forma di assistenza alla vedova di Ogorchukwu da parte del Comune o della Regione. La speranza è che, come accaduto a Fermo dopo l’omicidio di Emmanuel Chidi Namdi e a Macerata dopo l’attentato di Luca Traini, almeno una parte della città decida di far sentire la propria voce e squarciare il muro di un’indifferenza che pare più una questione sociale che un problema di comportamenti personali.

Sul piano giudiziario, ieri mattina, è stato convalidato l’arresto di Filippo Ferlazzo. L’udienza, avvenuta nel carcere di Montacuto (Ancona), ha visto la presenza del gip di Macerata Claudio Bonifazi e del procuratore Claudio Rastrelli, che coordina le indagini.

I reati contestati, sin qui, sono l’omicidio volontario e la rapina per aver sottratto il cellulare alla vittima. Come già detto anche dalla polizia, nel fatto non si vedono gli estremi per contestare l’aggravante del razzismo.

La difesa, sostenuta dall’avvocata Roberta Bizzarri, chiederà in ogni caso una perizia psichiatrica: Ferlazzo, nativo di Graz in Austria, sempre vissuto a Salerno e residente delle Marche da un paio d’anni, sarebbe infatti affetto da tempo da un disturbo di personalità bipolare e borderline. La madre, peraltro, è sua amministratrice di sostegno e nel passato di Ferlazzo risultano anche un soggiorno in una comunità di recupero, un Tso e due recenti ingressi al pronto soccorso della cittadina marchigiana.

«Ferlazzo ha chiesto più volte scusa alla famiglia – ha detto Bizzarri ai cronisti fuori dal carcere –, e a domanda specifica ha risposto che non c’è alcun movente razziale, tanto è vero che anche la procura concorda su questo e non ha contestato alcuna aggravante del genere. A prescindere dal colore della pelle della vittima, comunque, il gesto bruttissimo sarebbe stato comunque quello».

Questa mattina verrà effettuata l’autopsia sul corpo di Ogorchukwu, a chiarire definitivamente la dinamica di un evento già testimoniato da decine di video, tra quelli registrati dai testimoni e quelli delle telecamere di sorveglianza del centro di Civitanova: quattro minuti di brutale pestaggio.