Con 179 voti a favore, 111 contrari e 3 astensioni ieri la Camera ha definitivamente approvato il decreto Cutro che prevede il taglio della protezione speciale, l’aumento dei centri per il rimpatrio con relativi tempi di detenzione e restringe l’accesso dei richiedenti asilo nel Sistema di accoglienza e integrazione (Sai). Un giro di vite fortemente voluto dalla Lega e salutato al termine del voto con un applauso dai banchi del centrodestra.

Il provvedimento verrà però subito corretto. Il governo ha infatti approvato un ordine del giorno che lo impegna a intervenire per rimettere mano all’articolo 7 ter, introdotto al Senato, che rischia di creare problemi interpretativi che potrebbero precludere eventuali ricorsi contro le decisioni di inammissibilità delle domande di protezione internazionale. Il problema era stato segnalato dal deputato di +Europa Riccardo Magi e successivamente messo in evidenza anche dal Comitato per la legislazione della camera. Il testo impegna la governo a «valutare gli effetti applicativi della disposizione» in questione «allo scopo di adottare, in tempi rapidi, le opportune iniziative normative».

Sempre il governo ha invece detto no a un altro ordine del giorno con cui il deputato Pd-Idp Arturo Scotto chiedeva di sopprimere il termine «razza» dai documenti della pubblica amministrazione. «Attorno alla parola razza si sono consumati i peggiori incubi della specie umana: le guerre. i genocidi, i campi di sterminio, le pulizie etniche, le leggi razziali, l’apartheid. Una scelta incomprensibile e grave da parte della destra», è stato il commento di Scotto.

La soddisfazione della Lega, che con il decreto Cutro considera reintrodotti i decreti sicurezza varati in passato da Matteo Salvini, risulta evidente dalle parole del sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, per il quale le nove norme cancellano «la riforma fallimentare della sinistra del 2020», quando a guidare il Viminale c’era la ministra Luciana Lamorgese.

Molto diversi i toni usati dai deputati delle opposizioni. «Non posso nascondere l’amarezza e l’indignazione del Pd per un decreto come questo: vergognoso, ipocrita, demagogico e vigliacco», si è sfogato il dem Matteo Mauri. «Si tratta di semplice propaganda giocata sulla pelle di chi vive il dramma della emigrazione forzata». Gli ha fatto eco Nicola Fratoianni di dell’Alleanza verdi Sinistra: «La verità – ha detto – è che questo governo è al lavoro sistematicamente per colpire le cose che funzionano. Il vostro obiettivo è chiaro – ha proseguito Fratoianni -: continuare a costruire l’emergenza , renderla permanente, alimentarla per legittimare la vostra narrazione tossica». Per Riccardo Magi (+Europa), «leggendo il testo sembra che sia stato scritto da un’intelligenza artificiale al quale è stata tenuta nascosta a Costituzione».

Commenti critici anche da associazioni e sindacati. Per Ero straniero, cartello che riunisce decine di organizzazioni, il decreto Cutro è un «provvedimento inadeguato, disumano, illegittimo che renderà più difficile la vita delle persone straniere nel nostro paese». In una nota la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti, il decreto «rappresenta uno schiaffo in faccia la senso di umanità e a tutti i parenti dei 94 morti a Steccato di Cutro e a tutte le vittime dei numerosi naufragi di queste settimane nel mar mediterraneo».