Ha resistito dal 20 agosto, quando baciò senza consenso sulla bocca la calciatrice Jenni Hermoso durante la premiazione dei mondiali di Sidney. Ma domenica Luis Rubiales ha dovuto annunciare le dimissioni dalla presidenza della Real Federación Española de Fútbol. La rinuncia ad un incarico che ricopriva da cinque anni e alla vicepresidenza della Uefa è stata comunicata con una «lettera aperta» dal tono fortemente polemico. Rubiales si è infatti dipinto come la vittima innocente dell’intervento dei «poteri forti», di una campagna «sproporzionata» e di una «persecuzione».

DOPO AVER adombrato l’intenzione di farsi da parte, il 25 agosto si era presentato all’assemblea della Federcalcio lanciando un j’accuse contro «la piaga del falso femminismo» e alcune ministre che gli chiedevano di farsi da parte sostenute dal premier Sánchez.
All’inizio la strenua resistenza di Rubiales è stata sostenuta dalla Federcalcio e dai ct delle nazionali maschile e femminile. Ma poi la rivolta delle giocatrici, di parte del suo staff e di decine di club e le manifestazioni convocate dal movimento femminista (la cui mobilitazione ha fatto la differenza) lo hanno costretto a cedere. Inanellando una sfilza di comportamenti e dichiarazioni indifendibili, il 46enne ha obbligato molti ex sodali a voltargli le spalle.

«IL PAESE femminista avanza ora più spedito» ha scritto la vicepremier e leader di Sumar (la coalizione di sinistra) Yolanda Díaz. «Ha fatto ciò che andava fatto», ha detto il presidente del Consiglio Superiore dello Sport Víctor Francos, auspicando che il nuovo presidente della Rfef Pedro Rocha – che però è l’ex braccio destro di Rubiales – metta in atto i cambiamenti strutturali promessi in vista dell’elezione della nuova direzione. Perché se Rubiales se ne va, nelle strutture che governano il calcio spagnolo il machismo e l’affarismo incarnati dall’ex presidente sopravvivono prepotenti. In tante pongono quindi l’accento sulla necessità urgente di democratizzare ed aumentare la presenza femminile, finora esigua, nella Federcalcio.
Nel frattempo prosegue l’inchiesta aperta dall’Audiencia Nacional nei confronti di Rubiales per «aggressione sessuale» e «coercizione». Il giudice Francisco de Jorge, rilevando indizi sufficienti di reato, ha disposto il sequestro dei video che ritraggono il bacio imposto, i festeggiamenti negli spogliatoi e sul pullman delle «rojas».