Snoccioliamo le aggressioni ancora una volta, e ancora una volta osserviamone lo scorrere fra gli altri pensieri come cose di piccolo conto, fatterelli smarriti appena ascoltati, notiziole da non starci troppo su. Nel primo pomeriggio della settimana scorsa, sulla banchina della stazione centrale di Roma un uomo rincorre un bambino. Lo raggiunge, comincia a inveire contro di lui e a picchiarlo. Intervengono due vigilantes, bloccano l’uomo e gli chiedono conto delle ragioni dell’aggressione. La sintetica giustificazione formulata a beneficio delle due guardie – «Questo ladro mi ha appena fregato 70 euro» – non impedisce una più distesa ripresa degli insulti...