La nave Louise Michel ha ricevuto ieri un provvedimento detentivo di 20 giorni dalle autorità italiane. La contestazione riguarda il fatto che, dopo l’ultima missione, la piccola imbarcazione di soccorso ha portato i 37 naufraghi, tra cui 17 minori, a Lampedusa invece che a Pozzallo, il porto originariamente indicato dal Viminale.

Dalla Ong, però, non ci stanno e accusano: sulla rotta di navigazione c’era maltempo e avevamo ricevuto l’ok dalla capitaneria di porto di Lampedusa. «Questo gioco politico sulla pelle delle persone in cerca di sicurezza deve finire», scrivono sui social.

Il governo si dimostra dunque intenzionato a continuare con le detenzioni imposte attraverso il decreto Piantedosi, nonostante i tanti pronunciamenti dei tribunali che le hanno ritenute illegittime (sebbene la maggior parte di queste erano basate su un altro articolo della norma e siano state disposte grazie a informazioni acquisite dai libici che poi si sono rivelate infondate).

Intanto ieri con il peggioramento delle condizioni meteomarine si sono interrotti gli sbarchi sulla maggiore delle Pelagie. Nell’hotspot dell’isola restano 59 persone in attesa di trasferimento.