Qualcuno lo ha chiamato «retequattrismo»: è la cifra comunicativa della destra al governo. Dal canale berlusconiano che si è convertito al talk-show d’assalto è partita l’operazione contro il Piano casa della giunta Gualtieri.

Il documento prevede, tra le altre cose, che il Comune acquisti tre immobili attualmente occupati dai movimenti di lotta per la casa per convertirli all’uso abitativo. È una scelta in controtendenza, che allarga l’offerta di edilizia popolare, riutilizza palazzi invece di costruirne di nuovi in periferia estrema e apre una dialettica con le vertenze. Alla destra tutto ciò non va, dunque il programma Fuori dal Coro di Rete 4 ha montato ad arte alcuni messaggini Whatsapp tra l’assessore alla casa Tobia Zevi e Luca Fagiano, portavoce del Coordinamento cittadino di lotta per la casa. Dalla messa in scena retequattrista risulterebbe che Zevi agisca sotto dettatura del pericoloso estremista dedito alla pratica illegale delle occupazioni (ciò che a Roma avviene in forme collettive dal tempo dei Gracchi).

Zevi spiega che la chat mandata in onda è stata «manipolata, con tagli e omissioni che ne compromettono il senso». Ma la destra grida allo scandalo. Lo fa insieme al M5S romano, che nella scorsa legislatura, quella di Virginia Raggi, ha sempre negato ogni interlocuzione con i movimenti in nome del feticcio della «legalità». L’x sindaca chiede le dimissioni dell’assessore e pretende che Gualtieri «revochi la direttiva che garantisce la residenza agli occupanti abusivi», cioè la misura che negli ultimi mesi ha restituito il diritto di cittadinanza a migliaia di romani.

A difesa di Zevi si schierano giunta e la maggioranza. Smonta il caso anche la testimonianza dei sindacati degli inquilini: «La chat dal quale sono stati pescati quei messaggi non è segreta – dicono – È composta da venti tra sindacati confederali e di base, associazioni, movimenti, assessorato e presidenza della commissione».