Avanti, anzi dentro, un altro: nella Russia di Putin continua lo stillicidio di oppositori politici, intellettuali scomodi e dissidenti spediti in carcere solo per aver espresso opinioni. Ieri è stata la volta di Oleg Orlov, copresidente del centro per i diritti umani Memorial (ong già dichiarata «agente straniero» nel 2015, sciolta dalle autorità di Mosca a novembre 2021 e vincitrice del Nobel per la Pace nel 2022), condannato a due anni e sei mesi di reclusione per aver «leso ripetutamente la reputazione» delle forze armate del paese. L’attivista settantenne, di professione biologo, aveva scritto un articolo due anni fa in...