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Democristiani tedeschi a rischio implosione

Democristiani tedeschi a rischio implosioneIl segretario Cdu, Armin Laschet, e il leader Csu, Markus Söder – Ap

Germania, verso le elezioni del 26 settembre Merkel si chiama fuori dalla disputa per la cancelleria tra il segretario Cdu, Armin Laschet, e il leader Csu, Markus Söder

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 14 aprile 2021

«Ho voluto, voglio e vorrò restarne fuori». Angela Merkel risponde alla domanda che da tre giorni in Germania si fanno tutti: la sfida per diventare il candidato-cancelliere dell’Union tra il segretario Cdu, Armin Laschet, e il leader Csu, Markus Söder, farà esplodere i democristiani?

Le premesse ci sono tutte: da una parte il presidium della Cdu ha manifestato il suo appoggio al governatore del Nordreno-Vestfalia, discepolo di Merkel; dall’altra i Gruppi regionali di Schleswig-Holstein, Baden-Württemberg, Brandeburgo, Renania-Palatinato, Bassa Sassonia e Turingia, oltre al capogruppo Cdu in Sassonia e all’intera Csu, tifano per il premier della Baviera.

Per sbrogliare la matassa – «entro pochi giorni con una soluzione di squadra» per dirla con le parole del capogruppo Csu Alexander Dobrindt – ieri al Bundestag si è tenuto il primo summit tra i 245 deputati dell’Union necessario a capire «l’aria che tira rispetto al nuovo quadro» come riassumono nell’inner-circle di Söder.

Già prima del vertice, tuttavia, l’atmosfera politica era sufficientemente misurabile: 17 deputati Cdu si sono espressi pubblicamente a favore del leader Csu mentre solo dieci per Laschet. Un problema politico enorme per il segretario appena eletto: la fronda dei filo-bavaresi nel suo partito non solo è consistente ma ha tutta l’intenzione di farsi sentire.

E il messaggio da Monaco è inequivocabile: «Se la sorella maggiore Cdu non mi dimostrerà il suo appoggio accetterò comunque la decisione» è la posizione di Söder che va letta al contrario: se buona parte del partito di Merkel lo sosterrà sarà impossibile non tenerne conto.

Il governatore bavarese punta sui sondaggi che lo danno come favorito fuori e dentro l’Union, grazie alla gestione dell’emergenza Covid-19 assai più oculata dell’altalenante «modello» incarnato da Laschet, prima aperturista contro il volere della cancelliera poi paladino del lockdown duro. Ma contro il premier renano pesa anche la capacità di dialogo di Söder con i Verdi, seppure obbligato dai rapporti di forza nel Sud della Germania: i Grünen alle ultime elezioni in Baviera hanno conquistato il record di voti e oggi sono il secondo partito nazionale staccato di soli quattro punti da Cdu-Csu. Per questo Söder ha lanciato «l’Alleanza per il Clima» con Winfried Kretschmann, primo ministro dei Verdi in Baden-Württemberg, attirandosi la critica di Laschet («non faccia la copia degli ambientalisti, la nostra priorità è la ripresa economica»).

Al governatore del Nordreno-Vestfalia viene unanimemente riconosciuta la qualità di mediazione della cancelliera ma non lo stesso carisma, e gli avversari interni puntano esattamente su questo punto: «Vogliamo continuare la storia di successo di Merkel, dunque dobbiamo eleggere qualcuno che non piaccia solo a Cdu e Csu ma goda anche della fiducia del popolo» sottolinea il segretario generale Csu, Markus Blume.

Sia Laschet che Söder ieri hanno fatto appello all’unità dei partiti gemelli, mentre nessuno nel Gruppo parlamentare dell’Union sembra volere arrivare alla conta dei voti che spaccherebbe a metà il partito.

A riguardo, il più preoccupato rimane Friedrich Merz, candidato-segretario perdente alle ultime primarie Cdu: ieri ha accusato la Csu di cercare «deliberatamente» di smantellare il suo partito «mettendo in discussione il voto del più alto organo direttivo della Cdu». Immediata la replica di Söder: «L’unica vera domanda oggi è se vogliamo davvero vincere le prossime elezioni».

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