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Delmastro indagato per rivelazione d’atti

Delmastro indagato per rivelazione d’attiIl sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro – LaPresse

Caso Cospito Il sottosegretario alla Giustizia sarà ascoltato oggi dagli inquirenti nell’ambito del fascicolo aperto dopo le dichiarazioni di Donzelli. Minacce con proiettile firmate dagli anarchici Fai recapitate ad un manager Iveco

Pubblicato più di un anno faEdizione del 17 febbraio 2023

Ora c’è anche un nome iscritto sul registro degli indagati, nel fascicolo aperto dalla Procura di Roma all’indomani dell’intervento alla Camera sulla vicenda Cospito pronunciato il 31 gennaio scorso dal vicepresidente del Copasir, Giovanni Donzelli. È il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, accusato dagli inquirenti di rivelazione e utilizzazione del segreto di ufficio, reato che i pm hanno aggiunto al fascicolo solo in seguito, dopo l’esposto presentato il 2 febbraio dal deputato Angelo Bonelli (Avs).

LA NOTIZIA ARRIVA in una giornata segnata dalla violenza di una lettera di minacce contenente un proiettile e recapitata a uno dei manager dell’Iveco Defence Vehicles di Bolzano. Nella lettera che – a quanto si apprende dalle agenzie di stampa – sarebbe firmata dalla Federazione anarchica informale, si farebbe riferimento al caso Cospito e si accuserebbe l’Iveco di Bolzano di fabbricare armamenti. Il nome di Anna Beniamino, compagna e co-imputata di Cospito (anche lei detenuta ma nel carcere romano di Rebibbia, dove mercoledì sera è giunto un piccolo corteo di anarchici partito da Piazzale Aldo Moro) sarebbe indicato come mittente, ma con un gioco di parole che le attribuisce un doppio cognome: «Spitoco», anagramma di Cospito. Naturalmente, come ha subito anche precisato il suo legale, la detenuta Beniamino non può aver inviato la lettera.

«Si tratta di modalità già viste – ha spiegato il ministro dell’Interno Piantedeso – su cui le forze dell’ordine hanno un livello di attenzione già alto. Dobbiamo però lanciare messaggi sempre molto equilibrati, non di sottovalutazione ovviamente, ma neanche bisogna far preoccupare la gente».

Qualche preoccupazione però c’è, se ieri sera un pacco «sospetto» trovato in via dei Sabini, vicino Palazzo Chigi, ha sollevato subito un allarme bomba, poi rientrato quando gli artificieri hanno potuto appurare che nella scatola non c’erano esplosivi.

MA SE, CHIUNQUE sia il mittente vero, la lettera con proiettile ricorda tempi bui di cui nessuno sente nostalgia, la vicenda di una possibile rivelazione di segreti d’ufficio utilizzati a scopi di convenienza politica è già sul tavolo degli inquirenti. Che oggi stesso probabilmente convocheranno a Piazzale Clodio il sottosegretario di Fd’I per essere interrogato. Ai pm evidentemente non è bastata la rassicurazione offerta mercoledì da Nordio nell’informativa alla Camera durante la quale il ministro di Giustizia ha assicurato che il documento fornito da Delmastro a Donzelli non era classificato né secretato, ma «a divulgazione limitata», una dicitura che «è solamente una prassi del Dap». Si trattava, ricordiamolo, della trascrizione di brani di conversazione tra Cospito e un altro dei detenuti con cui l’anarchico condivideva l’ora d’aria nel carcere di Sassari, Francesco Di Maio del clan dei Casalesi. E ovviamente le frasi riguardavano il suo sciopero della fame (interrotto da qualche giorno) contro il 41 bis.

IL VERDE ANGELO BONELLI chiede ora le immediate dimissioni del sottosegretario Delmastro, rammaricandosi del fatto che a fare chiarezza sull’intera vicenda non sia stato lo stesso Guardasigilli ma l’autorità giudiziaria. «Le dichiarazioni di Nordio alla Camera sono un boomerang», afferma Bonelli. Infatti, «il ministero mi ha comunicato – spiega il deputato di Avs – che gli atti sul caso Cospito che avevo formalmente chiesto, a differenza di Donzelli, non erano divulgabili non per segreto di Stato o segreto investigativo, come il ministro ha incredibilmente dichiarato in Parlamento, bensì per violazione del segreto di ufficio. Nel respingermi la richiesta di avere gli stessi atti che Donzelli ha reso pubblici – precisa Bonelli – il ministero ha fatto riferimento a due norme per giustificare il diniego, ovvero art. 24/1990 e del D.M. del 25 gennaio 96 n. 115».

IL MINISTRO NORDIO ieri ha anche risposto, durante il Question time, ad un’interpellanza presentata dai parlamentari dem sia alla Camera che al Senato che chiedeva i dettagli e i motivi per cui il 24 dicembre, dopo due mesi di sciopero della fame di Cospito, il gruppo di socialità e passeggi dell’anarchico venne cambiato, nel carcere di Sassari , inserendo «pericolosi boss di mafia ’ndrangheta e camorra», tra cui Francesco Di Maio. Nordio, non senza qualche evidente ragione, ha risposto che la socialità «non è certamente azzerabile» neppure per i peggiori criminali; che i gruppi vengono formati e riformati in continuazione dall’amministrazione penitenziaria – la quale, nel caso specifico, sembrerebbe aver «rispettato le regole» -, e che la maggior parte dei detenuti al 41 bis «sono per definizione appartenenti a tale tipologia di criminali, con l’indispensabile accorgimento di evitare gruppi composti da appartenenti alla stessa consorteria criminale». Il caso Cospito, insomma, continua ad andare per la maggiore nelle schermaglie politiche.

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