Politica

De Petris, LeU: «Renzi ha aumentato il potere dei vertici, pluralismo in pericolo»

Nomine Rai Presidente De Petris, LeU chiede alla Vigilanza di non ratificare la nomina di Foa per le sue posizioni politiche? Assolutamente no. Il problema non sono le posizioni politiche, sulle quali […]

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 29 luglio 2018

Presidente De Petris, LeU chiede alla Vigilanza di non ratificare la nomina di Foa per le sue posizioni politiche?
Assolutamente no. Il problema non sono le posizioni politiche, sulle quali pure non concordiamo. Ma un uomo dal profilo politico così marcato, vicino a Putin, legato ai siti di disinformazione, non può essere un presidente che assicura e garantisce il pluralismo, come invece dovrebbe essere. Tanto più dopo la riforma della governance voluta da Renzi, che ha aumentato di molto il potere dei vertici. Non è un caso se per la ratifica da parte della Vigilanza si chiede la maggioranza qualificata di due terzi, proprio per rimarcare la necessità di assicurare il pluralismo. È l’unico correttivo alla riforma che nella scorsa legislatura siamo riusciti a imporre. Invece la maggioranza neppure ha consultato le forze d’opposizione. Anzi, non si è nemmeno peritata di informarle sulle sue decisioni.

La riforma di Renzi ha in effetti aumentato di molto soprattutto il potere dell’ad, ex dg…
L’ad Salini, in questo caso. è soprattutto un manager. È evidente che il ruolo politico, se fosse confermato dalla Vigilanza, sarebbe quello del presidente del cda. Significherebbe un servizio pubblico politicamente schiacciato sulle posizioni della Lega. Ciò conferma del resto quello che era già molto chiaro: che la leadership politica del governo e della maggioranza è tutta nelle mani di Salvini.

È davvero possibile che mercoledì la commissione di vigilanza, di cui lei fa parte, bocci queste nomine?
Me lo auguro. Di certo nei prossimi tre giorni assisteremo a mercanteggiamenti osceni di ogni tipo. Temo che verranno chieste e offerte direzioni dei tg e delle reti del servizio pubblico come se fossero figurine da scambiare. Questo modo di procedere, prima la divisione delle poltrone con le regole antichissime del Cencelli, poi la ricerca dei voti mancanti in vigilanza offrendo in cambio posti e direzioni, con le promesse di cambiamento c’entra ben poco. In realtà è il contrario esatto. Ma soprattutto è il contrario di quel che sarebbe necessario per rilanciare il servizio pubblico.

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