De Luca difende la sua legge e attacca il ministro Orlando
Campania Il governatore: «La sanatoria la vuole lui. Gentiloni faccia un decreto per inasprire le pene». E ancora: «Come fanno a sgomberare 80mila alloggi dopo quello che è successo a Roma?»
Campania Il governatore: «La sanatoria la vuole lui. Gentiloni faccia un decreto per inasprire le pene». E ancora: «Come fanno a sgomberare 80mila alloggi dopo quello che è successo a Roma?»
La sanatoria per gli abusi? «L’unico a proporla è proprio Orlando». Finito nell’angolo per la sua legge regionale che prevede un’alternativa all’abbattimento degli immobili abusivi, tanto più dopo i crolli di Casamicciola, il presidente della Campania Vincenzo De Luca tenta di uscirne con una delle sue reazioni iperboliche: «La fragilità del territorio non c’entra con l’abusivismo, tant’è vero che gli edifici abusivi in genere resistono meglio ai terremoti perché sono di cemento armato. Stiamo assistendo a una mistificazione intollerabile, a una demagogia di governo».
Più che il governo, nel mirino di De Luca c’è Andrea Orlando, il cui ministero ha proposto l’impugnazione delle legge campana, ratificata poi dal Consiglio dei ministri lo scorso 7 agosto. Il presidente della Regione convoca una conferenza stampa e legge, irridendoli, ampi passi di una recente intervista di Orlando a Repubblica per evidenziare la «sconvolgente resa del ministro all’illegalità, quando dice che il carcere per gli abusivi è solo una foglia di fico».
Al contrario, De Luca che non per niente è stato sindaco “sceriffo” di Salerno «sfida il governo» a fare del terremoto di Ischia uno «spartiacque» nella lotta all’abusivismo: «Gentiloni faccia un decreto entro settembre per prevedere il carcere fino a tre anni per chi costruisce un immobile abusivo, la radiazione delle imprese che lo hanno costruito e la sospensione dei tecnici e dei funzionari comunali conniventi».
Nel frattempo però la legge De Luca, quella bloccata dall’esecutivo Gentiloni, offrirebbe un’alternativa alla demolizione degli abusi: i comuni potrebbero acquisirli al patrimonio pubblico e venderli o affittarli, anche all’inquilino costruttore abusivo.
«La mia legge», spiega De Luca rivendicandola – al punto da annunciare che la Regione andrà avanti con i passi successivi, la redazione delle linee guida, malgrado il provvedimento sia a rischio decadenza – «non stabilisce alcun automatismo nell’assegnare l’immobile requisito a chi lo abita, prevede una graduatoria delle reali necessità sulla base del reddito. L’unico che nell’intervista ha parlato di assegnazione automatica è Orlando, la sanatoria vera a vuole lui».
L’attacco al leader della minoranza interna al Pd si accompagna, non a caso, con i ripetuti riconoscimenti a Renzi e al governo che fu, che «ha trovato mezzo miliardo di euro per la rimozione delle ecoballe in Campania, e 270 milioni per la bonifica di Bagnoli». A domanda diretta però il governatore sfugge: «Non cerco la solidarietà del segretario del partito, parlo da presidente della Campania». Renzi e De Luca si sono riscoperti come indispensabili l’uno all’altro, dopo qualche sbandamento prima e dopo il referendum costituzionale, per una certa “irruenza” del governatore nella campagna elettorale (le famose «fritture di pesce») e poi per un maldestro tentativo di tirarsi fuori dalla sconfitta.
De Luca si prende anche lo sfizio di sfottere: «Voglio vedere come il governo pensa di sgomberare 80mila alloggi in Campania, dunque circa 300 mila persone, dopo quello che è successo a Roma per sgomberare un immobile e 400 persone». E’ vero, deve ammettere, un’altra legge regionale consente di cominciare a costruire dopo aver depositato i progetti al genio civile senza attendere il via libera formale, ma questo, assicura il presidente della Campania, «riguarda solo i 62 comuni nella fascia a basso rischio sismico» ed è un modo per «muovere l’economia senza aspettare le lungaggini burocratiche». E poi quella legge il governo non l’ha impugnata.
Per De Luca in Campania gli immobili da demolire sono troppi, quasi 80mila. Le domande di condono inaffrontabili, più di 200mila nei comuni campani. I costi insostenibili e anche il fondo per gli abbattimenti previsto proprio da Orlando inutile «perché i comuni dovrebbero comunque anticipare la spesa».
Infine, le demolizioni secondo il governatore sono impraticabili perché l’abusivista ricorre, il tribunale amministrativo concede sempre la sospensiva e il giudizio nel merito richiede anni. Ecco perché la Campania, che secondo Legambiente è la regione con più abusi in Italia, ha deciso di limitare gli abbattimenti agli edifici che non sono in zone di vincolo assoluto o non sono stati costruiti da imprese legate alla camorra o da chi possiede un altro immobile. Tutti gli altri, secondo la legge che il governo ha mandato alla Consulta, potrebbero essere salvati: «Decideranno i comuni», dice De Luca. Gli stessi comuni che tollerano l’abusivismo non bloccando i lavori o non decidendo sulle richieste di condono ma, dice De Luca, «non si può accentrare tutto, a me piacerebbe ma c’è la Costituzione».
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