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Dargen D’Amico: «Non è politica, cessare il fuoco è assoluta priorità»

Dargen D’Amico: «Non è politica, cessare il fuoco è assoluta priorità»Dargen D'Amico a Sanremo 2024 – foto Ansa

Sanremo Al festival con "Onda alta", Dargen D’Amico ha portato in gara uno dei brani che stanno facendo più discutere.

Pubblicato 8 mesi faEdizione del 9 febbraio 2024

A Sanremo 2024 con Onda alta, Dargen D’Amico ha portato in gara uno dei brani che stanno facendo più discutere. Per un testo che fotografa la realtà dei migranti ma soprattutto per un appello, alla fine dell’esibizione di martedì scorso, per lo stop alle violenze in Medioriente «Il nostro silenzio è corresponsabilità: la storia e Dio non accettano scena muta. Cessate il fuoco». Queste le parole che Dargen però non vuole etichettare come “politiche”, come ci ha raccontato al telefono un paio di giorni fa. «Onda alta vuole raccontare una storia e se questa evidenzia un dramma in cui nemmeno gli ospedali sono luoghi di rifugio, in cui per prima cosa non si sospende qualsiasi decisione per deporre le armi, questo per me è inaccettabile come essere umano». Per poi proseguire «Io faccio il mio mestiere di scrittore di “canzonette” ma è inevitabile che alcune cose del mondo entrino all’interno di quello che sono le sensazioni che la vita mi procura. Finché vivo un momento storico in cui democrazia significa non prendersi la responsabilità di quello che facciamo fuori dai nostri confini, io mi riservo il diritto di dare il mio punto di vista».

E RIBADISCE: «La priorità al momento è cessare il fuoco, dopodiché si penserà al resto. Non faccio il divulgatore politico ma non vedo la volontà di risparmiare la vita degli innocenti e questo non lo accetto. Nel 2024 ci riempiamo la bocca di parole come democrazia e diritti ma poi non abbiamo volontà di farli rispettare». Dargen si esibirà nella serata delle cover, in piena corrispondenza con lo spirito di Onda alta, insieme alla BabelNova Orchestra, ensemble di musicisti da ogni parte del mondo con i quali eseguirà The Crisis di Ennio Morricone, tratto dalla colonna sonora di La leggenda del pianista sull’oceano di Giuseppe Tornatore. «Li conosco da tempo, da quando ascoltai un loro brano che era senza parole, solo suoni vocali, una koinè musicale insomma dove il suono si faceva Storia del mondo. Mi piaceva dare l’idea di un qualcosa di collettivo che contenesse in misura diversa tutti gli elementi della Terra e loro mi sono sembrati i più adatti».

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