Il fascicolo della procura di Bologna per gli accertamenti tecnici di rito sulla strage del lago di Suviana potrebbe avere presto due ipotesi di reato: disastro e omicidio colposo plurimo. Tutto, va da sé, ruota intorno a quella che sarà la ricostruzione della dinamica del disastro. Il prefetto Attilio Visconti, già nelle prime ore, aveva parlato di «esplosione avvenuta nel corso dei lavori di adeguamento della centrale, determinata dall’alternatore di una turbina». Anche Enel Green Power, titolare dell’impianto, ha fornito una sua versione dell’accaduto: «Nella centrale erano in corso lavori di efficientamento che Enel Green Power aveva contrattualizzato con tre aziende primarie: Siemens, Abb e Voith. Da quanto ricostruito, il collaudo del primo gruppo di generazione era già terminato nei giorni scorsi e, al momento in cui è avvenuto l’incidente, era in corso il collaudo del secondo gruppo».

Resta da capire se c’è stato un cortocircuito oppure se qualche macchinario era difettoso. Per questo, oltre ai testimoni presenti sul posto, la procura si avvarrà anche di consulenti esperti di ingegneria idraulica e manutenzione di impianti idroelettrici. Uno dei problemi, a quanto si apprende, è che non c’è uno storico di incidenti a centrali idroelettriche e gli altri disastri che hanno riguardato dighe (il Vajont, Gleno) avevano cause diverse.

Quello che si sa, al momento, è quello che hanno riferito i sommozzatori che hanno effettuato le ricerche. «La struttura è sana e non riporta problemi all’esterno. Ingegneri e tecnici stanno valutando le condizioni dentro la centrale. Noi abbiamo ispezionato la parete esterna e la struttura non ha problemi visivamente. C’è un team di tecnici di Enel e della struttura che stanno facendo delle valutazioni», ha detto il luogotenente Giovanni Cirmi, comandante dei sommozzatori della Guardia di Finanza di Rimini. Marco Masinara, sindaco di Camugnano, ha offerto qualche elemento in più al quadro generale, dicendo che quelli in corso alla centrale erano lavori «importanti» e che «duravano da mesi» con una squadra di tecnici e operai al lavoro: in parte di Enel e in parte di ditte cui Enel aveva appaltato lavoro. L’esplosione non ha riguardato la turbina ma un suo elemento, il generatore della turbina, che ha prodotto lo scoppio. Non so se recentemente la centrale era in produzione oppure no. Sappiamo che i lavori servivano proprio a rendere più efficiente impianto». Poi c’è tutta la parte che riguarda gli appalti per la manutenzione. «Dopo ormai quasi una giornata dall’incidente, in un cantiere Enel, ancora non sappiamo, nemmeno i delegati, di che azienda sono i dipendenti, i morti, i dispersi e i feriti, è di una gravità senza precedenti», ha messo il dito nella piaga Michele Bulgarelli, segretario della Cgil di Bologna. È un dettaglio di primo piano: la catena di subappalti, per i lavori di manutenzione, è un grande (e talvolta tragico come in questo caso) classico italiano: capire tutti i passaggi sarà fondamentale, dall’affidamento dei lavori in avanti. È su questi elementi che stanno lavorando il procuratore capo Giuseppe Amato e il sostituto Flavio Lazzarini.