I ritardi nelle opere infrastrutturali di Milano-Cortina 2026 non si limitano allo sliding centre, ma investono diversi progetti, tanto in Veneto quanto in Lombardia. Rimanendo a Cortina, strettamente correlato alla realizzazione della pista da bob è il dossier sul villaggio olimpico. Inizialmente il progetto – dell’importo di 47 milioni – prevedeva l’allestimento in località Fiames: era stato deciso di acquistare dei moduli abitativi in legno, che a evento concluso sarebbero stati donati a popolazioni in difficoltà (vedi zone terremotate).

Ma la località di Fiames è stata indicata a rischio idrogeologico e sarà interessata anche dalla futura variante stradale di Cortina; per evitare la contemporaneità di due cantieri è stato quindi proposto di portare il villaggio in località Campo. L’opzione è stata poi bocciata per rischio esondazione dei torrenti vicini, per la presenza di specie animali di interesse prioritario e per la difficoltà di reperimento dei terreni, vista l’elevata parcellizzazione del lotto.

Dopo avere scartato la possibilità di recuperare altre aree – come Cimabanche, dove si sarebbe potuta convertire l’ex polveriera, previa bonifica del sito – si è tornati a riconsiderare Fiames, questa volta definitivamente. L’area di stoccaggio del cantiere della variante non sarà più ostativa, perché i lavori di realizzazione della galleria saranno differiti di 8 mesi, e il rischio idrogeologico non viene più considerato un limite. I lavori costeranno 36 milioni, con la collocazione di container per 1200-1300 persone. Giusto per ricollegarsi al tema dello sliding centre, se venissero trasferite le discipline di bob e skeleton il villaggio necessiterebbe di 400 posti letto in meno, riducendo la sua estensione di un terzo.

Per quanto riguarda le opere viarie – tanto a Cortina quanto a Longarone- in buona parte saranno realizzate dopo i Giochi, vanificando il beneficio delle opere. In tempo per le Olimpiadi non saranno completate le gallerie, ma saranno eseguiti degli interventi minori, volti comunque a migliorare i flussi di traffico.

Per Cortina il valore complessivo dell’opera è di 480 milioni di euro, ma ne mancano ancora 259. Per Longarone l’intervento è da 359 milioni di euro ma, secondo le parole del sindaco Roberto Padrin, «ci sono 11 chilometri di strada da realizzare. Andrà già bene se per i Giochi avremo il collegamento tra l’uscita dell’autostrada e la zona industriale».

Lasciando il Veneto per la Lombardia, anche a Milano ritardi e cambi di programma non mancano. Dopo la rinuncia di Baselga di Pinè a ospitare il pattinaggio di velocità in Trentino, le gare sono state spostate nei padiglioni della fiera di Rho, che ospiterà anche le competizioni di hockey femminile. Rispetto al progetto originale, bisogna infatti registrare anche la mancata ristrutturazione del PalaSharp, che avrebbe dovuto ospitare le gare delle ragazze. Tuttavia, i costi di intervento – lievitati da 18 a 46 milioni, hanno fatto desistere Comune, Regione e Fondazione Milano-Cortina 2026 dal procedere in tal senso.

Si farà invece il PalaItalia, l’arena da 15-16mila posti in zona Santa Giulia, che ospiterà l’hockey maschile. Rispetto al progetto originario i costi sono saliti da 180 a 250-270 milioni, ma in questo caso l’intenzione è di procedere e i cantieri hanno già preso il via. Si farà in tempo? Cts Eventim, che costruirà e gestirà la struttura, afferma che il PalaItalia sarà consegnato entro l’autunno 2025.

A febbraio è invece partito il cantiere per i lavori del villaggio olimpico milanese, nello scalo di Porta Romana: 1700 posti, che in un’ottica futura andranno riconvertiti in parte a studentato. In questo caso – sembra essere la classica eccezione che conferma la regola- i lavori stanno seguendo la tabella di marcia e l’opera dovrebbe essere consegnata entro luglio 2025.