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Dal Sudan alla Nigeria: tragedia di mille morti per le piogge

Dal Sudan alla Nigeria: tragedia di mille morti per le pioggeAlluvione in Sudan – Ap

La storia In Africa la peggiore stagione delle piogge degli ultimi 20 anni

Pubblicato 16 giorni faEdizione del 20 settembre 2024

Le inondazioni di quest’ultimo mese stanno duramente colpendo il continente africano ed hanno causato quasi 1000 morti e 3,5 milioni di persone sfollate: dal Sudan al Ciad per arrivare alla Nigeria, il paese che attualmente sta pagando il prezzo più alto.

Ancora ieri a sud di Maiduguri, capitale dello Stato del Borno (nord-est), il crollo di una diga ha peggiorato la situazione della popolazione già colpita la scorsa settimana dal crollo di un altro sbarramento, quello di Alau, che ha sommerso oltre il 50% della città e causato nella sola area cittadina almeno 60 morti e 450mila sfollati.

Riguardo alla «peggiore stagione delle piogge degli ultimi 20 anni», l’Agenzia nigeriana per la gestione dei disastri (Nema) ha stimato una situazione «catastrofica» con un primo bilancio provvisorio di «500 vittime e lo sfollamento di 800mila persone in 28 stati».

Le forti piogge hanno finora distrutto 107.000 ettari di terreno agricolo, in particolare negli Stati settentrionali, che sono tra i più colpiti e da cui proviene la maggior parte dei raccolti della Nigeria, in un paese dove, secondo l’agenzia alimentare delle Nazioni Unite, 22 milioni di persone – il 10% della popolazione – soffrono la fame acuta.

I media riportano una situazione molto preoccupante anche nel vicino Ciad, dove il bilancio delle inondazioni continua a salire: 487 morti, quasi 1,7 milioni di persone sfollate, 200mila case distrutte e 66mila capi di bestiame persi. Un dato significativo in un paese dove l’allevamento del bestiame è un’attività economica centrale. Secondo il Comitato nazionale per la prevenzione e la gestione delle inondazioni, 117 dipartimenti su 120 sono vittime di queste inondazioni.

Altrettanto difficile appare la situazione in Sudan, paese devastato da 18 mesi di guerra civile, con 9 milioni di profughi. L’ultimo rapporto pubblicato ieri dal Ministero della Sanità indica che il bilancio delle vittime delle inondazioni e delle piogge è di oltre «250 vittime, con almeno 80mila abitazioni distrutte e altri 200mila sfollati a causa delle inondazioni in 15 dei 18 stati». Nello stesso rapporto, il ministero ha affermato che sono stati registrati 266 nuovi casi di colera, portando il totale da agosto a 9.533 contagiati con 315 morti.

Le inondazioni sono causate dal fenomeno climatico denominato El Niño, che può portare sia siccità che forti piogge. L’allarme era già stato lanciato lo scorso giugno dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), legata all’Onu, che aveva previsto «un enorme aumento delle precipitazioni nel continente africano».

Durante un recente audit dell’Onu il portavoce delle Nazioni Unite, Stéphane Dujarric, ha espresso «preoccupazione, per l’aggravarsi dei disastri». «Dobbiamo agire ora prima che la situazione nel continente africano provochi dei danni irreversibili», ha indicato Dujarric mettendo in evidenza l’ingiustizia subita dall’Africa: il continente più vulnerabile alle conseguenze del cambiamento climatico, pur essendo quello che emette meno gas serra, con solo il 6% delle emissioni totali di Co2.

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