Dal sollievo di Merkel alle allusioni di Orbán. La Ue è pronta a negoziare
27 reazioni diverse Estonia e Slovenia si congratulano con il candidato sbagliato. E Parigi scivola sulla difesa
27 reazioni diverse Estonia e Slovenia si congratulano con il candidato sbagliato. E Parigi scivola sulla difesa
Sollievo in Europa per il risultato della presidenziale Usa. Con Joe Biden alcune cose cambiano: a cominciare dalla visione del nuovo presidente sulla riabilitazione della cooperazione internazionale e dall’impegno di tornare nell’Accordo di Parigi sul clima nei primi 100 giorni, da cui gli Usa sono ufficialmente usciti il 3 novembre. I 4 anni di Donald Trump sono stati duri, sia per l’incertezza creata dalle continue improvvisazioni, che per l’ostilità evidente verso la Ue, dichiarata «nemica».
Ma dietro la soddisfazione quasi generale, ci sono 27 sfumature. Dalla Germania, paese che si è considerato tra i più maltrattati da Trump, sono arrivate le dichiarazioni più favorevoli. Angela Merkel ha lodato i «decenni di esperienza sia in politica interna che internazionale» di Biden, che «conosce bene la Germania e la Ue».
Per Merkel, «gli Usa e la Germania, come parte della Ue, devono stare uniti per affrontare le sfide del nostro tempo». Anche Emmanuel Macron ha sottolineato che «abbiamo molto da fare per rispondere alle sfide di oggi». In Francia però preoccupa la reazione della ministra della Difesa tedesca, Annegret Kramp-Karrenbauer, che con sollievo ha vantato l’ombrello Usa nella difesa. Per Parigi, c’è stato uno strappo, già iniziato con Obama e esasperato con Trump, che deve spingere la Ue a costruire una propria «sovranità» nel campo della difesa. E adesso questo processo deve continuare, anche perché ormai l’attenzione Usa si è spostata definitivamente verso il Pacifico e la Cina.
Grande soddisfazione dell’Irlanda (Biden ha radici irlandesi): il primo ministro, Micheal Martin ha ricordato le frasi di critica del futuro presidente sulla Brexit e sui rischi per la pace. Ungheria e Polonia, democrazie «illiberali», sono state le ultime a congratularsi con Biden, dopo aver considerato Trump un sostegno. Viktor Orban è riuscito a esprimere in poche righe una villania, con un’allusione all’età di Biden.
Piccoli terremoti in Estonia e Slovenia: a Tallin, il ministro degli Interni ha dovuto dimettersi (e suo figlio, che è anche nel governo, è sotto pressione) perché l’esponente di estrema destra si è precipitato a congratularsi con Trump e a diffondere teorie del complotto sulla frode elettorale; a Lubiana il primo ministro Janez Jansa si è anch’egli congratulato con Trump per la supposta vittoria e ha persino accusato la società farmaceutica Pfizer di aver diffuso la notizia dell’imminenza di un vaccino contro il Covid dopo il voto Usa, per nuocere a Trump.
Ieri il commissario europeo al Mercato interno, Thierry Breton, ha invitato gli Usa a tornare al tavolo del negoziato in sede Ocse per la tassazione delle Gafam, le grandi multinazionali del digitale. Contemporaneamente, la Commissione ha dato il via libera alle sanzioni contro una serie di prodotti Usa, ritorsione permessa dalla Wto (Organizzazione mondiale del commercio) per 4 miliardi di euro di dazi, ultima tappa della battaglia tra Boeing e Airbus attorno alle sovvenzioni di stato. La Ue però è pronta a una «soluzione negoziata». Tanto più che il proseguimento del conflitto Airbus-Boeing non farà che dare spazio alla Cina, «rivale sistemico» anche per la Ue.
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