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Da oncologico a reparto Covid, la regione Sardegna fa retromarcia

Da oncologico a reparto Covid, la regione Sardegna fa retromarciaLa protesta davanti all’ospedale di Nuoro – Massimo Locci/Nuova Sardegna

Sanità La mobilitazione di massa dei malati e dei loro familiari ferma la decisione di smantellare il reparto dell’ospedale San Francesco di Nuoro

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 10 ottobre 2020

Un caso, quello del reparto di oncologia dell’ospedale San Francesco di Nuoro, che rende bene l’idea di che cosa la pandemia in corso provochi in un sistema sanitario indebolito dai tagli e in un contesto nazionale e locale di gestione dell’emergenza dove ritardi e misure insufficienti o contradditorie si sprecano. C’è voluta infatti la mobilitazione di massa dei malati e dei loro familiari per far recedere la Regione e le autorità sanitarie dalla decisione di smantellare il reparto per far posto ai casi, sempre più numerosi, di contagio da Covid-19.

Per protestare contro l’annunciata chiusura della struttura, mercoledì scorso sono arrivati al San Francesco in quattrocento. Alcuni di loro si sono incatenati alle porte. C’erano i pazienti di tutto il territorio che gravita attorno al presidio del capoluogo della Barbagia e che rischiavano di doversi spostare a Sassari o a Cagliari per potersi curare. Insieme con i loro congiunti s’erano dati appuntamento davanti all’ospedale per una manifestazione alla quale hanno partecipato anche molti sindaci e i sette candidati alla guida del comune di Nuoro che si sfideranno alle elezioni amministrative del 25 e del 26 ottobre. Striscioni e megafoni per dire che il reparto di oncologia “non si tocca” e che le soluzioni prospettate – trasferimento nell’ex pediatria del San Francesco o in un altro ospedale di Nuoro, lo Zonchello – non sono gradite. «Vogliono smantellare un reparto d’eccellenza – denuncia Marilena Pintore, una dei leader del gruppo pazienti oncologici – Qui abbiamo tutto ciò che serve: i posti letto, la farmacia, la rianimazione e un ottimo personale sanitario. Ci opponiamo con forza a un trasferimento in spazi angusti e con servizi ridotti al minimo». «Per curarsi la gente è costretta ad andare a Sassari o a Cagliari pur avendo qui medici bravissimi, che però – attacca un’altra protagonista della protesta, Stefania Chisu – vanno via perché non possono lavorare al meglio».

Nel pomeriggio dello stesso giorno della manifestazione è arrivata la dichiarazione dell’assessore regionale alla sanità, Mario Nieddu: «Il reparto oncologico del San Francesco è un presidio fondamentale per le cure anti tumore di tutto il sistema sanitario sardo e non chiuderà. Al contrario il nostro obiettivo è quello di potenziarne i servizi andando a risolvere le carenze di personale che sono al momento la prima ragione di criticità».

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