Nell’immensa onda rossa di Anfield, nell’ultimo turno di Premier League, c’erano pure due striscioni di sostegno al diritto di sciopero.

I tifosi del Liverpool hanno scelto di rafforzare il concetto, peraltro già espresso da una parte del calcio inglese: gli scioperi dei lavoratori in settori come sanità e trasporti, in corso da settimane in Inghilterra, sono più che legittimi.

Paghe basse, diritti dei lavoratori in pericolo per il piano del governo conservatore di Rishi Sunak, che si appresterebbe a concedere potere di licenziamento ai datori di lavoro per il personale dei settori pubblici-chiave che si rifiuta di lavorare durante un’iniziativa sindacale. L’esecutivo Sunak lavora per imporre livelli minimi di servizio in otto settori, tra cui il servizio sanitario nazionale.

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“Questo è una guerra contro i lavoratori”, ha titolato nelle ultime ore il sito del Liverpool World, raccontando anche come la politica locale si sia posta contro il governo, sostenendo la causa di operai, infermieri, autisti in lotta permanente contro il disegno di Munak che prevede una forte limitazione del diritto di sciopero.

E i Reds, sei volte campioni d’Europa, di proprietà di un fondo di private equity americano, il Fenway Sports Group (che ha messo in vendita una fetta delle azioni), mostrano in ogni caso di aver conservato un pezzo di anima operaia.

foto klopp
L’allenatore del Liverpool Jurgen Klopp saluta i tifosi di casa, foto Ap

Nel Merseyside, la contea metropolitana con capoluogo Liverpool, si sono verificati una lunga serie di scioperi di massa tra dicembre e gennaio, tra infermieri, personale delle ambulanze, autisti di bus.

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Diversi gli scioperi anche del trasporto pubblico verso Londra e Manchester. E a proposito di Manchester, sponda United: la rivalità molto accesa con il Liverpool è stata messa un attimo: ha infatti espresso solidarietà agli operai portuali l’ex difensore dei Reds e della nazionale inglese, Jamie Carragher.

E ha fatto altrettanto, durante i Mondiali in Qatar, un grande ex dello United leggendario di Sir Alex Ferguson, Gary Neville, ora commentatore tv, che ha pesantemente criticato il governo inglese sul tema-scioperi.

Gary Neville
“Dovremmo detestare paghe basse e pessime condizioni di lavoro. Non dovremmo accettarle in nessun luogo, nemmeno qui da noi. Il nostro governo sta demonizzando i lavoratori delle ferrovie e della sanità”

“Dovremmo detestare paghe basse e pessime condizioni di lavoro. Non dovremmo accettarle in nessun luogo, nemmeno qui da noi. Il nostro governo sta demonizzando i lavoratori delle ferrovie e della sanità”. Neville è uno storico sostenitore del Partito Laburista.

La sua presa di posizione è arrivata ai piani alti di Downing Street, al punto che il premier inglese lo ha pubblicamente invitato a pensare al calcio, senza occuparsi di politica.

Ma, per fortuna, in uno dei rari casi in cui davvero riesce a intercettare un pezzo di vita “reale”, il football, in questo caso quello britannico, ha deciso di voltarsi dall’altro lato: da Liverpool e Manchester a Glasgow, nelle scorse settimane è stata la tifoseria del Celtic a manifestare il suo appoggio alle proteste dei lavoratori.

A Glasgow in queste ore lo Scottish Trade Unions Congress (STUC) ha rivelato il piano per una grande protesta di massa contro il disegno di legge anti-sciopero del governo britannico.