Si sarebbe potuta evitare. Se solo si fosse data la precedenza alla legge più importante per chi va per mare, vale a dire che la vita umana è più preziosa di qualunque altra cosa e va prestato soccorso a chi è in difficoltà. Invece così non è stato. O almeno ne sono convinti i magistrati della procura di Crotone che da 17 mesi indagano sulla strage avvenuta il 26 febbraio 2023 a Steccato di Cutro quando il caicco «Summer Love», carico di migranti partiti dalla Turchia, è naufragato al largo delle coste calabresi provocando la morte di 98 persone, tra cui 35 bambini, e numerosi dispersi. Una tragedia per la quale adesso il sostituto procuratore Pasquale Festa e il procuratore Giuseppe Capoccia hanno formalmente dichiarato chiusa l’inchiesta nei confronti di quattro ufficiali e sottufficiali della Guardia di finanza e di due della Guardia costiera. Se i comportamenti degli indagati, scrive il procuratore Capoccia nell’avviso di conclusione delle indagini, fossero stati «diligentemente tenuti, avrebbero certamente determinato l’impiego di assetti della Guardia costiera per intercettare il natante, sicuramente idonei a navigare in sicurezza», «impedendo in tal modo che il caicco fosse incautamente diretto dagli scafisti verso la spiaggia di Steccato di Cutro e, in prossimità si sgretolasse urtando contro una secca a seguito di una manovra imperita del timoniere, così non impedendo l’affondamento del natante e la conseguente morte di almeno 98 persone decedute per annegamento».

Gli indagati, per i quali sono ipotizzati i reati di omicidio colposo plurimo e naufragio colposo, sono Giuseppe Grillo, capo turno della sala operativa del Comando provinciale della Guardia di Finanza e del Roan di Vibo Valentia; Alberto Lippolis, comandante Roan di Vibo Valentia (reparto investito dell’operazione di monitoraggio e intercetto del caicco); Antonino Lopresti, ufficiale in comando tattico presso il Roan di Vibo Valentia; Nicolino Vardaro, comandante Gruppo aeronavale di Taranto, ufficiale di comando e controllo tattico; Francesca Perfido, ufficiale di ispezione in servizio presso l’Imrcc di Roma e Nicola Nania, ufficiale di ispezione in servizio la notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023 a Reggio Calabria.

Per la procura la presenza nelle acque calabresi di quel caicco carico di migranti era stata segnalata «tempestivamente» dall’agenzia europea Frontex. Ma i magistrati parlano di «profili di negligenza» nei confronti dei due appartenenti al Corpo delle Capitanerie di porto e dei quattro militari dei Reparti aeronavali della Guardia di finanza «nel dare attuazione alle regole che la normativa europea e nazionale impone in casi del genere». Le colpe ipotizzate nei confronti dei finanzieri «attengono essenzialmente alle modalità esecutive delle azioni da svolgere in seguito all’avvistamento del natante, mentre è risultata non censurabile la scelta iniziale di qualificare l’evento come operazione di polizia anziché di soccorso in mare».

Per quanto riguarda, invece, i militari della Guardia costiera la contestazione ruota attorno alla «mancata acquisizione delle informazioni necessarie per avere un quadro effettivo di quanto la Guardia di finanza stava facendo». Mancata acquisizione da cui è derivata «una carente valutazione dello scenario operativo e delle conseguenti disposizioni da impartire ai natanti della Guardia costiera che pure erano in condizioni di intervenire».

A difesa di Guardia costiera e Guardia di finanza si sono schierati i ministri leghisti dei Trasporti Matteo Salvini e dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Come loro anche il titolare del Viminale Matteo Piantedosi, che si è detto «certo che gli operatori di Crotone dimostreranno la loro estraneità». Toni decisamente diversi quelli usati dall’opposizione. La segretaria del Pd Elly Schlein ha ricordato come stia ancora aspettando che Piantedosi «risponda alla domanda che facciamo dal giorno del naufragio: perché non sono partiti i mezzi di soccorso più adeguati della Guardia costiera per soccorrere i migranti diretti a Cutro?». Sulla stessa linea anche il segretario di +Europa Riccardo Magi: «E’ certamente importante accertare le eventuali responsabilità personali – ha detto – ma è altrettanto doveroso individuare le enormi responsabilità politiche alla base del mancato intervento di salvataggio». «Quello che però è certo – ha scritto invece Matteo Renzi su Twitter – è che la strage si poteva evitare».