Negli anni Settanta, a dare un volto al suo personaggio più celebre, il commissario Carlo De Vincenzi, capo della squadra mobile di Milano, ci aveva pensato Paolo Stoppa, protagonista di un fortunato sceneggiato della Rai. Eppure, è possibile che in molti abbiano dimenticato sia lo sbirro meneghino che il suo creatore, lo scrittore romano Augusto De Angelis, autore negli anni Trenta di una ventina di romanzi polizieschi invisi al fascismo e che scontò anche diversi mesi di detenzione tra il 1943 e il 1944. Aggredito da un repubblichino a Bellagio, sul lago di Como, dove viveva, De Angelis sarebbe morto in seguito al pestaggio di cui era stato vittima dopo la scarcerazione.

DOPO UN LUNGO OBLIO, interrotto negli anni Sessanta dalla pubblicazione per Feltrinelli di alcuni suoi titoli «riscoperti» da Oreste Del Buono e dalla ristampa di parte delle inchieste di De Vincenzi prima per Sellerio e poi tra i Gialli Mondadori nel corso dell’ultimo decennio, l’opera di Augusto De Angelis è da alcuni anni al centro di una sorta di indagine narrativa da parte di Luca Crovi che ha fatto rivivere il commissario e le sue storie in due romanzi editi da Rizzoli, L’ombra del campione e L’ultima canzone del Naviglio.

SCRITTORE e giornalista, già autore della monografia Tutti i colori del giallo (Marsilio) e conduttore dell’omonima trasmissione su Radio 2, Crovi torna ad incrociare il percorso di De Vincenzi e di De Angelis nella raccolta Il mistero della torre del parco (Sem, pp. 202, euro 17) – che sarà presentata giovedì 8 dicembre nell’ambito del Noir in Festival, alle 17 presso la Libreria Rizzoli Galleria.

Se le avventure di Crovi sulle orme dell’autore degli anni Trenta sono anche un modo per raccontare la Milano dell’epoca, un mondo perduto di artigiani e piccoli malfattori, la ligéra (la mala) e la lingua di un popolo che assomiglia davvero poco a quello della «città da bere» degli scorsi decenni, in questo caso Crovi fa un passo ulteriore facendo incontrare il commissario e lo scrittore. De Vincenzi affida alla portinaia una misteriosa cartellina azzurra annunciando che passerà a ritirarla un giornalista di nome De Angelis.

IL PLICO è però altrettanto sorprendente: non cela solo misteri e delitti insoluti avvenuti in città, ma un intero campionario di figure leggendarie che hanno avuto a vario titolo a che fare con le forze dell’ordine meneghine: da Antonio Gramsi a Ho Chi Minh passando per Alfred Hitchcock. Crovi segue i passi di De Angelis ma soprattutto di De Vincenzi, convinto come è che il commissario «è un po’ il custode di tutte le storie che attraversano la città, vicende macchiate di sangue ma talvolta segnate anche dal sorriso».