Il wind-stream di Olaf Scholz. Il nuovo mega piano energetico di Berlino con il duplice obiettivo di arginare il crollo dell’industria nazionale provocato dalla guerra in Ucraina e rendere la Germania meno dipendente dal cappio del gas, che prima era annodato ai diktat di Putin e ora ai price di Biden.

Un progetto geopolitico più che ambizioso, concepito con la massima urgenza dal cancelliere della Spd, immediatamente girato al numero due del governo Semaforo per l’inizio della sua declinazione pratica.

«Voglio dai 4 a 5 nuovi impianti eolici al giorno da qui al 2030» ha scandito Scholz al ministro dell’Economia e co-leader dei Verdi, Robert Habeck, delegato alla transizione energetica che da oltre un anno non è più quella sottoscritta nel patto di coalizione del 2021.

Sono numeri da paura; servono a rispondere alle ancora più spaventose cifre diffuse ieri dall’Istituto federale di Statistica che segnala come il made in Germany sia praticamente in caduta libera: -3,1% su base mensile rispetto alle previsioni pari a -0,7 equivale a zero prospettive per il settore manifatturiero già abbondantemente colpito dagli effetti economici della pandemia. A conti fatti, l’indice di produzione dell’ex locomotiva d’Europa da dicembre a gennaio è calato di quasi il 4%. Un vero disastro.

Da qui la necessità impellente di avviare in tempi da record il wind-stream, visto come autentico “game changer” in grado di ribaltare la situazione, almeno sul lungo periodo. E non solo Scholz pretende una media giornaliera di almeno quattro pale eoliche ma anche che «i governi dei 16 Land della Repubblica federale siano obbligati a riferire mensilmente dei progressi compiuti e a recuperare eventuali ritardi».

Sulla potenza della nuova infrastruttura strategica il cancelliere Spd ha le idee chiarissime: entro i prossimi sette anni la Germania dovrà passare dalle attuali 28 mila turbine eoliche onshore con capacità totale di 58 Gigawatt a una gigantesca distesa di pale in grado di generare almeno 115 Gigawatt.

«Per il momento stiamo considerando il nuovo piano energetico in modo generale. Stiamo cioè elaborando la tabella di marcia per stabilire quali nuovi impianti devono essere installati e quando. L’obiettivo è raddoppiare la nostra produzione eolica» sottolinea Scholz mentre smonta le pessimistiche previsioni dei mesi scorsi. «La Germania ha superato questi tempi difficili assai meglio del previsto. Da noi non ci sono state proteste di massa per le case fredde. Nessuno dei disastri annunciati si è avverato e resto fiducioso per il prossimo inverno».

Soprattutto il cancelliere è sicuro che, al contrario della carcassa sul fondo del Baltico di ciò che resta del gasdotto Nordstream, il suo nuovo wind-stream non potrà essere sabotato da potenze più o meno ostili o più o meno amiche, come tenderebbe a suggerire l’inchiesta tedesca sull’esplosione che finora non ha raccolto alcuna prova del coinvolgimento di Mosca.

In altre parole a muovere le pale di Olaf Scholz, che non è esattamente un convinto ambientalista, è il vento della paura che a Berlino non accenna a calare. Anzi.