Cpr di Ponte Galeria, seconda rivolta in pochi giorni
Migranti Sezione maschile quasi completamente inagibile. Il Garante dei detenuti del Lazio, Stefano Anastasia: «È il risultato paradossale ma prevedibile dell'irrigidimento delle condizioni di detenzione». La campagna LasciateCIEntrare: «Chiudere subito il Cpr»
Migranti Sezione maschile quasi completamente inagibile. Il Garante dei detenuti del Lazio, Stefano Anastasia: «È il risultato paradossale ma prevedibile dell'irrigidimento delle condizioni di detenzione». La campagna LasciateCIEntrare: «Chiudere subito il Cpr»
Un altro pezzo del Centro di permanenza e rimpatrio (Cpr) di Ponte Galeria, alle porte di Roma, è stato reso inagibile da una rivolta dei reclusi nella sezione maschile. Domenica sera intorno alle 23.30 sono stati incendiati materassi e coperte nelle aree 3 e 4. Si tratta del secondo episodio in pochi giorni. Venerdì 20 un gruppo di migranti destinati al rimpatrio aveva bruciato i letti in un’altra area della stessa sezione. Risultato: stanze inutilizzabili, persone costrette a dormire all’aperto e 28 rilasci (mercoledì 25) per alleggerire la tensione all’interno della struttura.
In quel momento gli altri sei Cpr operativi sul territorio nazionale erano pieni. Per questo non sono stati possibili trasferimenti. Stavolta, invece, in dieci sono finiti nelle analoghe strutture di Bari e Palazzo San Gervasio (Potenza). Lo riferisce il Garante dei detenuti del Lazio, Stefano Anastasia. Ieri i suoi collaboratori hanno provato a effettuare una visita ispettiva all’interno del Cpr, ma hanno potuto soltanto parlare con i responsabili.
Dalle informazioni raccolte, rimarrebbero agibili un settore da 24 posti, un altro da otto e una stanza con otto letti in un’area completamente danneggiata. Giovedì scorso un sopralluogo della Asl ha dato indicazioni per un progressivo svuotamento delle parti interessate dalle proteste. Il giorno successivo l’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa) ha posizionato dei rilevatori per esaminare la qualità dell’aria anche nelle unità danneggiate in modo solo parziale. Sono stati recuperati ieri e si attendono i risultati.
«La situazione è anche l’effetto di un duro regime di detenzione che si è voluto dare alla sezione maschile dopo la riapertura – afferma Anastasia – Il divieto di muoversi tra le singole unità e quello di utilizzo dei cellulari hanno creato un clima difficile». La sezione maschile è tornata in funzione a luglio scorso. Era stata completamente distrutta da una rivolta scoppiata nel dicembre 2015. Dopo soli due mesi è quasi completamente fuori uso. «Chiediamo l’immediata chiusura del Cpr», dichiara la campagna LasciateCIEntrare.
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