È una non-informativa, quella che Nordio presenta in Parlamento ai deputati e ai senatori che al Guardasigilli avevano chiesto di riferire sul caso Cospito e sul procedimento di revoca del 41 bis avviato a gennaio presso il suo ministero di Giustizia dal legale dell’anarchico rinchiuso nell’ala sanitaria del carcere di Opera-Milano a causa delle gravi conseguenze dello sciopero della fame intrapreso il 20 ottobre scorso. Ci si aspettava almeno qualche particolare in più rispetto alla conferenza stampa del giorno prima, e invece niente. Il parere della Direzione nazionale antimafia – «è vero», ha ammesso ieri Nordio – è stato già acquisito, ma cosa contiene non è dato ancora sapere. Mentre il punto di vista del procuratore generale di Torino, che martedì aveva già trasmesso una lunga e dettagliata ricostruzione del caso, sarà completato oggi. E malgrado non sia prescritto da nessuna norma che quei pareri debbano essere vincolanti, come spiega l’avvocato di Cospito Flavio Rossi Albertini e ha confermato lo stesso Nordio in conferenza stampa, il ministro preferisce aspettare ancora. In un’impasse che, più della “fermezza”, fa trasparire imbarazzo per una situazione che, dice il Guardasigilli, «è stata aggravata dall’ondata di violenze e attentati» registrati in questi giorni in supporto al detenuto.

«NOI NON ABBIAMO mai messo in discussione la necessità di mantenere questo istituto – quasi si giustifica l’inquilino di Via Arenula – L’articolo 41bis è stato approvato a suo tempo, è una legge dello Stato, per noi costituisce in questo momento un elemento normativo non trattabile nei confronti di chi si trova nelle situazioni per le quali, secondo la normativa vigente, debba essere applicato. Quindi, la possibilità di mutare in questo momento questa normativa è inesistente. Allo stesso modo, direi che ancora di più è inesistente, se noi dovessimo collegare questo eventuale mutamento alle situazioni di disordine che si sono create in questi giorni nei confronti dello Stato».

È UN FATTO PERÒ, stando a quanto riferisce l’avvocato Rossi Albertini, che la procura generale di Torino lo scorso 14 dicembre ha proposto al Tribunale di sorveglianza di Sassari di «verificare la compatibilità di Alfredo Cospito con il regime detentivo» per ragioni di salute, e «il rigetto è stato notificato sabato scorso». A proposito di pareri.

Ma, avverte il difensore, Cospito «rifiuta l’ipotesi di ottenere una misura temporanea che attenui le asprezze del 41 bis per poi ripristinarle» in un secondo tempo, al migliorare delle sue condizioni di salute.

IERI PERÒ ad invocare il Guardasigilli a mostrare più coraggio e autonomia rispetto alle – pur irricevibili – minacce e intimidazioni, sono state tre organizzazioni umanitarie del calibro di Amnesty international, Antigone e A buon diritto, che chiedono a Nordio di revocare «immediatamente» con atto proprio il 41 bis all’anarchico, perché «la possibilità della morte di Cospito in custodia dello Stato è drammatica», e «la pena – ricordano – secondo il dettame costituzionale non deve mai essere contraria al senso di umanità».

«Io voglio vivere», avrebbe detto Cospito ieri al consigliere regionale della Lombardia di +Europa/Radicali, Michele Usuelli, che si è recato in visita al carcere di Opera. Lo conferma anche il suo avvocato: «Non ha una vocazione suicida, non vuole morire ed è pronto ad interrompere lo sciopero della fame se dovessero sospendergli il 41 bis».

«MI È PARSO VIGILE, reattivo e respira regolarmente, mi ha detto che gli mancano moltissimo i fumetti», ha riferito il consigliere Usuelli. «Ho chiesto a Cospito di condannare le azioni violente di questi giorni, che ci allontanano dalla possibilità di ottenere una revisione del 41bis. Non mi ha detto di approvare questi gesti, ma prevalendo il suo essere anarchico, non si sente di dire nulla a chi li sta compiendo, nemmeno di condannarli – prosegue Usuelli – Per ora non se la sente di mandare messaggi. Avverte la responsabilità della sua iniziativa sul 41 bis, anche se capisce la necessità di impedire la comunicazione tra quel tipo di detenuti e l’esterno».