Alfredo Cospito non ha alcuna intenzione di interrompere il suo sciopero della fame che va avanti da 107 giorni. L’ha detto ormai in tutte le lingue del mondo e ha fatto arrivare al Dap una lettera nella quale esprime la sua volontà di non ricevere alcuna forma di alimentazione forzata anche qualora dovesse peggiorare fino al punto di non essere più cosciente. È la prima volta che al carcere milanese di Opera arriva una richiesta del genere.

Attualmente, Cospito sta scontando la sua condanna in regime di 41 bis nella sezione clinica dell’istituto e condivide la sua socialità (si fa per dire) con due detenuti allettati e un terzo che però non esce mai dalla sua cella. Per il resto, le sue condizioni, assicurano anche i magistrati di Milano che sono andati a fargli visita, restano critiche ma stabili: il deperimento è evidente, le forze sono sempre meno e l’anarchico ha smesso pure di prendere gli integratori, limitandosi a bere molta acqua e assumere di tanto in tanto sale e zucchero. Dall’inizio della sua protesta, afferma l’avvocato Flavio Rossi Albertini, Cospito ha perso oltre 45 kg e per camminare ha spesso bisogno di aiutarsi con una sedia a rotelle.

Nella giornata di ieri, poi, la senatrice dell’Alleanza Verdi Sinistra Italia Cucchi si è recata a Opera per incontrare il 55enne originario di Pescara. Il colloquio è durato circa un’ora e si è svolto attraverso la porta della cella.

Senatrice Cucchi, la prima domanda è d’obbligo: come sta Alfredo Cospito?
A mio avviso sta male. Non sono un medico, ma non occorre esserlo per rendersi conto di quali siano le sue condizioni: allarmanti, peggiora di ora in ora. Ho potuto vederlo solo attraverso la grata della porta ed era in piedi. L’ho trovato lucido, fermo ed estremamente determinato a portare avanti il suo sciopero della fame. Mi ha detto con molta chiarezza che non vuole fermarsi e sono convinta, purtroppo, che non si fermerà. Mi sembra davvero una cosa terribile e molto preoccupante.

Come l’ha accolta?
Mi ha detto che sarò l’ultima parlamentare che accetterà di incontrare e ha detto sì al colloquio con me solo in virtù della mia storia personale, per quello che rappresento insomma. Da quando sono diventata parlamentare ho fatto diverse visite alle carceri italiane perché il mio mandato me lo consente, anzi è un preciso compito che ci viene dato, e ritengo importante farlo. Non faccio passerelle, né le fanno gli altri parlamentari che pure entrano nei penitenziari per incontrare i detenuti e verificare il modo con cui vengono trattati. Sono andata a trovare Cospito sia per verificarne le condizioni sia perché, visto il mio vissuto, ho ritenuto importante farlo. È una forma di testimonianza. Stefano, mio fratello, è morto di carcere e nessuno dovrà mai più morire in questo modo.

Cospito le è sembrato consapevole di quello che accade fuori dal carcere, cioè del dibattito pubblico che si è scatenato intorno al suo caso?
In tutta onestà non saprei dirlo. Gli ho fatto diverse domande, ma lui non ha risposto a niente. Ha ripetuto varie volte di stare bene e che non c’è bisogno di preoccuparsi per lui, ma per gli altri detenuti, soprattutto quelli anziani o malati. Mi ha fatto tanti esempi di persone in condizioni gravissime e che, a mio parere, sono praticamente dei condannati a morte.

Lei invece cosa pensa delle polemiche degli ultimi giorni sulle visite in carcere dei parlamentari accomunate dalla destra a «inchini» ai mafiosi e ai terroristi?
Ripeto che andare a visitare gli istituti di pena è un dovere dei parlamentari: tutti dovrebbero farle. Poi mi aspetterei le dimissioni sia di Donzelli sia di Delmastro, anche se è del tutto evidente che non arriveranno mai. Quello che abbiamo visto in parlamento, a mio avviso, è gravissimo e dimostra da parte della maggioranza un senso d’impunità che fa rabbrividire. Sono passati tre mesi dall’insediamento di questo governo e già abbiamo visto diverse cose tremende come il decreto rave e tante altre. Mi domando cosa ancora potrebbero fare in futuro.

E che giudizio dà delle azioni anarchiche che pure abbiamo visto ultimamente?
Io condanno tutti i gesti violenti, dal primo all’ultimo. Poi ritengo che questi comportamenti possano essere anche dannosi alla causa che si vuole sostenere, perché, lo sappiamo bene, le risposte potrebbero essere spiacevoli. Io sono convinta che una mobilitazione pacifica debba esserci: il tema è importante e l’attenzione va tenuta alta. Sostengo ogni iniziativa di questo tipo, ma sono fermamente contraria a qualsiasi violenza.