Alfredo Cospito stava per morire a causa di una crisi cardiaca. A raccontarlo è l’avvocato Benedetto Ciccaroni, sostituto processuale di Flavio Rossi Albertini, che era andato a trovarlo nella sezione carceraria dell’ospedale San Paolo di Milano.

«Mi ha raccontato di aver avvertito un tremore alla mano e di aver avvisato una guardia», ha detto all’avvocato il medico personale dell’anarchico. «Dopo dieci minuti sono arrivati l’infermiera e un dottore urlando e dicendo che avevano visto dal monitoraggio un problema al cuore. Erano molto preoccupati, stava morendo. Ha visto un foglio su cui c’era il tracciato del cuore con un grosso sbalzo. Poi la situazione è rientrata e si è stabilizzata».

Le condizioni di Cospito, detenuto al 41bis e giunto ormai al giorno numero 154 di sciopero della fame, restano critiche. «Quando ha avuto questa crisi cardiaca – dice ancora il suo dottore – gli è stato somministrato del potassio in vena, con grande preoccupazione da parte dei medici. Gli hanno detto poi che con le carenze rischia una paralisi per tutta la vita e dei danni irreversibili che potrebbero essere già intervenuti. Ha una situazione motoria un po’ ridotta e non è detto che recuperi la mobilità».

Già la scorsa settimana, il medico aveva parlato di «condizioni nutrizionali in peggioramento» e aveva espresso forti preoccupazioni per i «danni irreversibili» che potrebbero sopraggiungere a causa del lungo digiuno. Le condizioni difficili di Cospito erano state notate anche da chi ha avuto modo di vederlo videocollegato con il tribunale di Perugia pochi giorni fa per un’udienza del processo Sibilla terminata con la revoca delle misure cautelari per lui e per gli altri imputati, tutti redattori della rivista anarchica «Vetriolo», ritenuta dalla procura un organo di propaganda sovversiva: tesi sin qui più volte sconfessata in sede processuale.

Da qualche giorno, comunque, l’anarchico ha ricominciato ad assumere qualche integratore (il complesso B e un multivitaminico completo) e dei farmaci contro i danni al sistema neurologico periferico per arrivare lucido all’udienza di venerdì davanti al tribunale di Sorveglianza di Milano che dovrà decidere il da farsi sulla richiesta di trasferimento ai domiciliari per motivi di salute presentata dagli avvocati di Cospito. Le speranze, ad ogni modo, sono minime: in quasi tutti i casi precedenti, quando la situazione di sofferenza fisica è in qualche modo dovuta alla propria volontà, non è mai accaduto che venissero concesse misure alternative al carcere.

L’altro appuntamento giudiziario atteso riguarda la Corte Costituzionale, che prenderà in esame la questione posta dalla Corte d’Appello di Torino sulle attenuanti e le aggravanti del reato di strage politica relativo alle bombe esplose davanti alla caserma di Fossano (Cuneo) nel giugno del 2006 senza causare vittime né feriti: già condannato, Cospito attende che la sua pena venga rideterminata. Rischia da vent’anni all’ergastolo.